Si può uccidere nel sonno? I più incredibili casi di killer sonnambuli

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Si può uccidere nel sonno? I più incredibili casi di killer sonnambuli

| 27/06/2023
Fonte: Pixabay

Sonnambulismo: un disturbo del sonno dagli inquietanti risvolti

  • Il sonnambulismo rientra nelle parasonnie
  • Chi ne è affetto rimane intrappolato tra due diversi stati di coscienza
  • Ci sono casi di persone che nel sonno hanno rapporti intimi, dipingono e addirittura si trasformano in spietati killer
  • I casi di assassinio nel sonno documentati sono ben 70
  • Tra questi c’è l’inquietante storia dell’ispettor Ledru

 

Il sonnambulismo rientra nelle parasonnie, ovvero i disturbi del sonno, e riguarda prevalentemente i bambini. In età adulta, infatti, tende a risolversi spontaneamente. Tuttavia, si stima che il 3% della popolazione mondiale ne rimanga affetta anche dopo la crescita. Cosa causa gli attacchi di sonnambulismo? A causa di un evento fisiologico dovuto a stress, ansia, depressione e altri fattori, il cervello cerca di risvegliarsi per uscire dal sonno, ma non ci riesce completamente.

Questo fa sì che rimanga “intrappolato” tra due diversi stati di coscienza, caratterizzati dall’attivazione del sistema motorio e da uno stato di incoscienza del soggetto. Proprio per questo, i sonnambuli vagano senza meta con gli occhi spalancati e senza alcuna espressione, o pronunciano discorsi senza senso. Tra chi è affetto da questi disturbi, ci sono persone in grado di compiere azioni più complesse, come avere rapporti intimi o addirittura realizzare opere artistiche. Non solo: tra gli aspetti più incredibili legati a questo fenomeno, c’è anche la possibilità che i sonnambuli uccidano nel sonno.

L’incredibile storia dell’ispettor Ledru

Ad oggi, i casi di killer sonnambuli documentati sono circa 70. Tra le storie più inquietanti c’è quella di Robert Ledru, un detective parigino di 35 anni interpellato dalle autorità di Le Havre dopo la sparizione di alcuni marinai. Giunto sul posto, l’uomo trascorse la notte in albergo e il giorno dopo si diresse in caserma. Lì apprese che la vicenda era passata in secondo piano, perché nella notte c’era stato un omicidio sulla spiaggia.

Sul luogo del crimine c’erano le impronte dell’assassino, ma una volta analizzate Ledru fece una scoperta incredibile: coincidevano con le sue. Anche il proiettile dell’omicidio era compatibile con la sua pistola, da cui mancava una pallottola. Ogni indizio confermava quell’inquietante tesi: l’investigatore aveva ucciso un uomo, pur non ricordando di averlo fatto. La polizia, però, non credeva alla sua versione. Così, Ledru decise di fare un esperimento.

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Trascorse la notte chiuso in cella, con una rivoltella scarica al suo fianco. Nel cuore della notte, mentre dormiva, l’ispettore si alzò e puntò la pistola contro i suoi carcerieri. Questo gli permise di dimostrare che era incosciente al momento dell’omicidio. In questo modo, l’uomo non fu condannato e le autorità gli concessero di vivere il resto della sua vita in una fattoria isolata nelle campagne francesi.

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