Vacation shaming: quasi 6 lavoratori su 10 si sono vergognati almeno una volta di chiedere le ferie

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Vacation shaming: quasi 6 lavoratori su 10 si sono vergognati almeno una volta di chiedere le ferie

| 08/10/2025
Fonte: Pexels

Il 58% dei lavoratori italiani prova vergogna o timore nel chiedere vacanze

  • Il 58% degli italiani ha sperimentato il vacation shaming almeno una volta
  • Le cause principali sono carico di lavoro, giudizio del capo e sensi di colpa verso i colleghi
  • Millennials e GenZ risultano i più colpiti dal fenomeno
  • Il riposo è fondamentale per evitare stress e burnout
  • Manager e aziende hanno un ruolo chiave nel tutelare il benessere dei dipendenti

 

C’è chi sogna spiagge tropicali e chi invece si sente già in colpa solo all’idea di inviare la richiesta ferie al capo. Benvenuti nell’era del vacation shaming, un fenomeno sempre più diffuso che colpisce soprattutto Millennials e GenZ, quei lavoratori che sulla carta dovrebbero incarnare la flessibilità e l’equilibrio vita-lavoro, ma che in realtà finiscono spesso intrappolati tra carichi eccessivi e timore di giudizi.

Secondo un sondaggio di The Adecco Group, il 58% degli italiani ha provato almeno una volta vergogna o paura nel chiedere giorni di vacanza. Un dato che dovrebbe far riflettere: in teoria le ferie sono un diritto conquistato, nella pratica sembrano ancora un lusso da giustificare.

Vacation shaming e paura delle ferie: carico di lavoro e sensi di colpa

Tra le principali cause del vacation shaming spicca il carico di lavoro, segnalato dal 28% degli intervistati. Tradotto: se ti prendi qualche giorno di pausa, la pila di compiti che troverai al rientro ti farà rimpiangere la sdraio. Non meno pesante è la paura del giudizio del capo, che frena il 17% dei lavoratori, mentre il 13% rinuncia addirittura a partire perché si sente in colpa verso i colleghi.

Il risultato è un circolo vizioso: si rimane in ufficio anche quando il corpo e la mente reclamano una tregua, convinti che resistere significhi essere più produttivi. Peccato che la scienza del lavoro dica l’opposto: un dipendente stanco e stressato non è né brillante né efficiente.

Il legame con stress e burnout

Saltare le ferie non è solo una scelta poco lungimirante, ma anche rischiosa per la salute. Il Global Workforce of the Future di Adecco evidenzia che oltre un terzo dei lavoratori italiani ha sperimentato stress lavorativo estremo, spesso legato a responsabilità eccessive. A livello globale, circa il 22% dei dipendenti si trova in condizioni di burnout, con effetti negativi che vanno dalla demotivazione fino a problemi psicofisici più seri.

Le vacanze, al contrario, sono uno strumento essenziale per rigenerarsi. Staccare la spina non significa disertare i propri doveri, ma garantire che al rientro si possa lavorare meglio. Un concetto semplice, ma che sembra ancora difficile da accettare in molte realtà aziendali.

Il ruolo dei manager e delle aziende

La responsabilità di invertire la rotta non può ricadere solo sui singoli lavoratori. Secondo la ricerca Adecco, il 48% dei dipendenti individua nei manager e nei leader aziendali i principali responsabili del benessere in ufficio. Non basta parlare di work-life balance nei manuali: serve una cultura concreta che valorizzi il rispetto delle ferie, il riconoscimento degli obiettivi raggiunti e la gestione sostenibile delle aspettative.

Un altro 27% dei lavoratori ritiene che la prima responsabilità ricada comunque su sé stessi, mentre solo una minoranza chiama in causa governo e sindacati. Il messaggio è chiaro: il cambiamento parte dal rapporto diretto tra chi guida e chi lavora.

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Ferie come diritto, non privilegio

In un Paese come l’Italia, dove i dati del State of the Global Workplace di Gallup mostrano livelli elevati di stress e bassi indici di felicità sul lavoro, considerare le ferie un tabù è quasi paradossale. Riposare non è una richiesta di favore né un capriccio stagionale, ma un diritto fondamentale, conquistato attraverso anni di lotte sindacali e sociali. Superare il vacation shaming significa imparare a chiedere con serenità ciò che spetta di diritto. E se qualcuno storce il naso quando si parla di ferie, basta ricordargli che senza pause non ci sono né performance né produttività. In altre parole: meglio un dipendente rilassato che cento eroi stanchi.

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