La genetista che ha ignorato la chiamata per il premio Nobel perché convinta fosse pubblicità
- Mary Brunkow ha ignorato la telefonata che le annunciava il Nobel per la Medicina 2025, credendo fosse spam
- La chiamata proveniva dalla Svezia e l’ha svegliata nel cuore della notte
- Ha scoperto della vittoria solo grazie al marito che parlava con il segretario dei Nobel
- Il premio riconosce il lavoro pionieristico sul gene Foxp3 e le cellule T regolatorie
- Brunkow ha sottolineato il valore del lavoro di squadra e dei progressi della genetica
A volte la vita ti cambia mentre dormi. È successo a Mary Brunkow, nuova vincitrice del Premio Nobel per la Medicina 2025, che ha deciso di ignorare la telefonata più importante della sua carriera. Il motivo? Pensava fosse spam. Quando il telefono ha squillato nel cuore della notte con un misterioso numero svedese, la scienziata ha semplicemente messo giù e si è rimessa a dormire. Solo qualche ora dopo, tra un caffè e il cane ancora confuso per la confusione notturna, ha capito che quel numero apparteneva al segretario dell’Assemblea dei Nobel, Thomas Perlman, pronto a comunicarle la vittoria.
Nel racconto all’intervista di Nobel Prize Outreach, Brunkow ha riso della situazione: “Mi ha squillato il telefono e ho visto un numero dalla Svezia. Ho pensato: beh, è solo spam o qualcosa del genere. Così ho disattivato il telefono e sono tornata a dormire”. La scena, degna di una commedia, si è trasformata in un risveglio memorabile quando il marito, più sveglio di lei, ha risposto alla successiva chiamata.
Una scoperta che ha cambiato la medicina
Dietro questa storia buffa si nasconde un lavoro titanico. Brunkow, insieme al collega Fred Ramsdell, ha identificato Foxp3, il gene che regola le cellule T regolatorie del sistema immunitario, fondamentali per evitare che il corpo attacchi se stesso. Una scoperta che ha aperto nuove strade nella ricerca sulle malattie autoimmuni e nella medicina genetica.
La scienziata ha descritto quel periodo come “una sfacchinata molecolare”, sottolineando come la ricerca fosse allora molto diversa: “Ora è completamente diverso da come dovevamo farlo a quel tempo” ha raccontato con orgoglio. Il loro studio partiva dall’osservazione di mutazioni nei topi con difetti immunitari, poi collegate a rare malattie infantili. Da lì, il salto alla genetica umana è stato breve ma faticoso, un vero rompicapo molecolare.
Il potere della genetica e del lavoro di squadra
Brunkow ha ribadito quanto il potere della genetica sia stato decisivo: comprendere una minuscola alterazione nel DNA ha permesso di spiegare meccanismi immunitari fondamentali. “Era solo una piccolissima alterazione genetica ma che si traduceva in un cambiamento piuttosto profondo”, ha spiegato. È la dimostrazione che anche un errore microscopico nel codice genetico può avere conseguenze gigantesche.
Nonostante oggi non lavori più nello stesso campo, Brunkow continua a seguire con curiosità gli sviluppi della medicina moderna. “La mia carriera è cambiata parecchio da allora – ha raccontato – ma è stato un onore aver preso parte a quel lavoro iniziale”. E, come ogni vera scienziata, ha voluto ricordare l’importanza del gioco di squadra: “Ci vogliono un sacco di cervelli diversi, che lavorino tutti insieme. Questo è certo”.
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La chiamata ignorata perché sembrava spam
Alla fine, la storia di Mary Brunkow è una piccola parabola sul destino: a volte la chiamata della vita arriva davvero, ma non sempre la si riconosce subito. Mentre molti si affannano a rispondere a ogni notifica, la futura Nobel per la Medicina 2025 ha preferito… dormire. E forse, in fondo, è proprio questo il segreto dei geni: saper prendere la vita con un sorriso, anche quando arriva dalla Svezia alle tre del mattino.
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