Vivere con un gatto cambia il cervello (sia a e che a lui)

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Vivere con un gatto cambia il cervello (sia a e che a lui)

| 08/12/2025
Fonte: Pexels

Accarezzare un gatto non è solo rilassante: è una questione di chimica, ormoni e un pizzico di fusa terapeutiche

  • Accarezzare un gatto fa aumentare l’ossitocina, l’ormone dell’affetto e della fiducia
  • Il contatto riduce il cortisolo, abbassando lo stress e migliorando l’umore
  • Anche i gatti rilasciano ossitocina se il contatto è spontaneo e piacevole
  • Le reazioni variano secondo il carattere del gatto: mai forzare le coccole
  • I gatti si legano in modo selettivo ma profondo, diverso da quello dei cani

 

Vivere con un gatto non è solo una questione di peli sul divano o di ciotole da riempire. È un’esperienza che cambia davvero il cervello – e no, non serve essere scienziati per accorgersene. La scienza, però, ci mette la firma: quando accarezzi il tuo gatto, nel tuo corpo (e nel suo) si scatena un piccolo terremoto ormonale a base di ossitocina, l’ormone dell’amore e dell’attaccamento.

Questo è lo stesso ormone che si attiva quando una madre abbraccia il proprio bambino o quando condividiamo un momento affettuoso con qualcuno a cui vogliamo bene. Ed ecco la magia: lo stesso succede quando il tuo gatto decide di concederti un momento di gloria sul divano, magari con un paio di fusa da manuale.

Le fusa come colonna sonora del benessere

Diversi studi dimostrano che le interazioni dolci tra gatti e persone migliorano l’umore, abbassano il cortisolo (l’ormone dello stress) e perfino la pressione sanguigna. In Giappone, nel 2021, un gruppo di ricercatori ha misurato la saliva di alcune donne prima e dopo una sessione di carezze al proprio gatto: boom, ossitocina in aumento.

Ma non pensare che il beneficio sia solo tuo: anche il micio, se si sente al sicuro, produce lo stesso ormone. È un effetto a doppio senso, come un abbraccio reciproco – solo con più peli e qualche unghia di troppo.

Quando la chimica felina incontra il carattere

Certo, non tutti i gatti reagiscono allo stesso modo. Quelli più socievoli si lanciano in un festival di fusa, mentre i tipi ansiosi preferiscono mantenere le distanze. Forzare le coccole, infatti, può ottenere l’effetto opposto: l’ossitocina cala, e con lei l’umore del gatto (e il tuo). Meglio lasciarli fare il primo passo: un lento battito di palpebre o il classico “blink” felino sono il loro modo di dirti “mi fido di te”. E quando lo fanno, puoi star certo che la connessione è autentica.

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I cani cercano lo sguardo diretto, i gatti no: preferiscono la sottigliezza. Per questo, il loro affetto non è automatico ma guadagnato. Ed è proprio qui che la scienza ci ricorda una verità semplice e affascinante: quando il tuo gatto ti sceglie, il vostro cervello si sincronizza davvero.

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