Stipendi reali: giù i salari, su i problemi
- Dal 2008 i salari reali in Italia sono calati dell’8,7%
- Siamo il fanalino di coda del G20 per crescita salariale
- La produttività è cresciuta ma non ha portato aumenti in busta paga
- Donne, giovani, stranieri e redditi bassi i più penalizzati
- Governo e sindacati si rimpallano le responsabilità mentre i prezzi salgono
In Italia i salari reali hanno perso l’8,7% dal 2008, mentre in Germania sono saliti del 15% e in Francia del 5%. Il risultato? Siamo ultimi nel G20. Non è un titolo da Guinness, ma quasi. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) ha certificato che il potere d’acquisto degli italiani è evaporato più velocemente di un caffè lasciato sul balcone in agosto.
Il 2024 è stato l’anno della timida ripresa: +2,3% nei salari reali. Ma non basta nemmeno per pareggiare le perdite subite tra il 2022 e il 2023. E intanto la spesa al supermercato sembra quella di un brunch a Londra, anche se hai comprato solo pane, latte e un po’ di insalata.
Cresce la produttività, ma i salari reali restano fermi
C’è anche dell’assurdo in tutto questo. Negli ultimi due anni la produttività in Italia è aumentata più dei salari. Quindi sulla carta ci sarebbero i margini per alzare un po’ gli stipendi. Ma tra carta e realtà c’è di mezzo un abisso: i contratti non tengono il passo, i rinnovi arrivano col contagocce e la busta paga resta magra come il pranzo di un impiegato in pausa con solo un tramezzino in tasca.
Come mai? Perché gli accordi aziendali legati alla produttività funzionano solo nelle grandi aziende. Per tutti gli altri c’è la solita pacca sulla spalla, che però non si può scambiare alla cassa per un pacco di pasta.
Il divario di genere e quello tra italiani e stranieri
E poi ci sono le disuguaglianze. Le donne guadagnano il 9,3% in meno degli uomini. Gli stranieri fanno lo stesso lavoro, ma portano a casa il 26% in meno. E se sei giovane e laureato, spesso guadagni meno di un tuo coetaneo che vive all’estero e fa lo stesso mestiere, ma in un paese dove lo stipendio non è considerato un bonus motivazionale.
Nel frattempo, le famiglie con redditi bassi si trovano a spendere sempre più per i beni essenziali: casa, energia, alimentari. L’inflazione colpisce più duro proprio chi ha meno margine per resistere. Un colpo alla stabilità economica, un altro alla fiducia nel futuro.
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Italia fanalino di coda: serve una svolta sui salari
Il quadro generale è chiaro: l’Italia è rimasta indietro, con stipendi bassi, contratti vecchi e costi di vita in costante aumento. La produttività migliora, ma senza un adeguamento delle retribuzioni rimane solo un dato buono per le slide.Serve una svolta: una riforma contrattuale vera, investimenti su innovazione e un mercato del lavoro che premi davvero chi lavora. Perché il tempo delle pacche sulle spalle è finito. E con loro anche i risparmi.

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- https://tg24.sky.it/economia/2025/03/25/stipendi-reali-italia?card=4