Perché alcuni indumenti si restringono dopo il lavaggio e come fare per allargarli di nuovo

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Perché alcuni indumenti si restringono dopo il lavaggio e come fare per allargarli di nuovo

| 06/09/2025

Se il vostro capo di abbigliamento esce dalla lavatrice più piccolo di tre taglie, la scienza spiega come riportarlo alle giuste dimensioni

  • Gli indumenti in fibre naturali come lana e cotone tendono a restringersi a causa dell’esposizione al calore
  • Le fibre di cotone o lana in natura sono corte ed arricciate e vengono stese e allungate artificialmente durante la produzione tessile
  • Quando sono sottoposte a calore o a movimenti meccanici in lavatrice o asciugatrice, le fibre tornano alla loro conformazione originale, facendo restringere l’indumento
  • Per “allargare” i capi ristretti si può utilizzare un metodo che prevede un ammollo in acqua con balsamo o shampoo per bambini
  • Le fibre in ammollo si distendono e sono più malleabili. Si può quindi distendere il capo su una superficie piana, tamponare l’acqua e allungare il tessuto per riportarlo alla forma originaria

 

Può capitare a chiunque che il maglione preferito o una maglietta appena acquistata escano dalla lavatrice più piccoli di quando siano entrati. Il restringimento dei capi dopo il lavaggio è un fenomeno comune e spesso temuto, ma non sempre irreversibile.

La struttura delle fibre tessili

A spiegare la scienza delle fibre tessili è Nisa Salim, direttrice della Swinburne-CSIRO National Testlab per la produzione additiva dei materiali compositi, presso la Swinburne University of Technology, in Australia. «Conoscere meglio la scienza delle fibre tessili può non solo aiutarti a prevenire il restringimento degli indumenti, ma potrebbe anche aiutarti a “salvare” qualche capo di abbigliamento dopo un incidente di bucato» scrive la ricercatrice in un articolo per Cosmopolitan.

Il restringimento è legato soprattutto alla struttura delle fibre, che in natura sono corte e arricciate. Se si osserva più a fondo, si possono vedere milioni di minuscole molecole di cellulosa a catena lunga che si trovano naturalmente in forme a spirale o contorte. «Durante la produzione tessile, queste fibre vengono tirate e allungate meccanicamente per raddrizzare e allineare le catene di cellulosa, creando fili lisci e lunghi. Si aggiungono chimicamente anche dei legami di idrogeno che rafforzano le fibre» spiega Salim.

La reazione delle fibre all’acqua e al calore

I fili vengono poi intrecciati per creare i tessuti, ma le fibre disposte in tensione l’una vicino all’altra, contengono una specie di “memoria”: quando vengono esposte a calore, acqua e movimento (la rotazione meccanica della lavatrice o dell’asciugatrice), tendono a rilassarsi tornando alla loro forma originaria, più corta e arricciata. L’acqua calda rompe i legami a idrogeno che mantengono la struttura del tessuto, causando il ritorno alla condizione più compatta. Nel caso della lana, invece, il problema è ancora più marcato: la sua superficie è ricoperta da minuscole scaglie che, durante il lavaggio, si aprono e si agganciano tra loro. Questo processo, noto come infeltrimento, rende il capo più denso e difficile da recuperare.

Anche il modo in cui un tessuto viene lavorato a maglia o tessuto gioca un ruolo importante. I tessuti a maglia larga presentano più spazi aperti e anelli, il che li rende più soggetti al restringimento. I tessuti a trama fitta sono più resistenti perché i fili sono bloccati in posizione e hanno meno spazio per muoversi. Le fibre sintetiche invece, come il poliestere o il nylon, sono realizzate con polimeri derivati dal petrolio, progettati per garantire stabilità e durata. I polimeri sono disposti in una struttura rigida che impedisce loro di arricciarsi.

Il rimedio

Per ridurre al minimo il restringimento è consigliabile lavare i capi di cotone, lana e rayon in acqua fredda a bassa centrifuga o utilizzare il ciclo di lavaggio per delicati. Ma se dopo il lavaggio il capo si è ristretto e risulta inutilizzabile? È possibile in alcuni casi riportarlo alle dimensioni originali.

«La soluzione più diffusa per tentare di “ristendere” i vestiti consiste nell’ammollo in acqua tiepida con l’aggiunta di balsamo per capelli o shampoo delicato (un cucchiaio per litro). Questi prodotti, grazie agli agenti emollienti che contengono, rilassano temporaneamente le fibre rendendole più malleabili» scrive la ricercatrice.

Dopo un ammollo di circa mezz’ora, il capo va estratto con delicatezza, evitando di strizzarlo eccessivamente, e quindi steso su un asciugamano. A questo punto, bisogna arrotolarlo per eliminare l’umidità in eccesso e poi stenderlo di nuovo su una superficie piana, iniziando a tirarlo lentamente con le mani per riportarlo alle dimensioni originali. Per mantenere la forma durante l’asciugatura, si possono utilizzare spilli, mollette o superfici rigide che facciano da supporto.

Oltre al balsamo, altri prodotti come l’ammorbidente, il detersivo delicato o persino l’aceto bianco diluito possono offrire risultati simili, poiché contribuiscono ad ammorbidire le fibre. Questo processo non può invertire completamente il restringimento estremo, ma può aiutare a recuperare parte della taglia persa, rendendo di nuovo indossabili i vestiti.

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«È importante ricordare che non tutti i tessuti rispondono allo stesso modo. Se la lana è già infeltrita, per esempio, difficilmente tornerà alla sua condizione originale perché le fibre risultano ormai intrecciate in maniera irreversibile».

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