Aiutare tuo figlio nei compiti non è positivo, lo dice uno studio

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Aiutare tuo figlio nei compiti non è positivo, lo dice uno studio

| 30/05/2023
Fonte: Pixabay

Passare del tempo insieme sui libri può migliorare il benessere psicofisico ma non aumenta il rendimento scolastico, per una serie di motivi

  • Secondo un recente studio, aiutare i propri figli nei compiti a casa non comporta un miglioramento nel loro rendimento scolastico
  • Ci sono diverse variabili che condizionano il rapporto genitore-figlio durante i compiti e che influiscono sull’apprendimento
  • Pretendere troppo dal proprio figlio potrebbe essere fonte di ansia e ostacolare lo studio. I genitori inoltre non sono formati come gli insegnanti per conferire con il giusto metodo le conoscenze sugli argomenti
  • Quando poi c’è poco tempo a disposizione, i genitori per semplificare tendono a suggerire le risposte ai loro figli, impedendo loro di approcciarsi in maniera individuale al problema e alla sua risoluzione
  • Fare i compiti insieme può essere un motivo per trascorrere più tempo insieme per trarne un benessere mentale, che esula però dal mondo accademico

 

Aiutare i propri figli nei compiti aiuta a migliorare il loro rendimento scolastico? Secondo un recente studio effettuato dai ricercatori del Penn State College of Education, dell’Università della Pennsylvania, non ci sarebbero benefici riscontrati sul rendimento scolastico.

Nessun beneficio sul rendimento scolastico

«Non esiste un’associazione statisticamente significativa tra l’aiuto dei genitori nei compiti della scuola elementare e il rendimento dei bambini» ha affermato la ricercatrice Katerina Bodovski che ha pubblicato i risultati dello studio. Non importa quanto sia intelligente l’adulto o il bambino, il loro status socioeconomico. Il tempo trascorso insieme sui libri non ha un impatto significativo sui risultati accademici dello studente. «I nostri risultati rimettono in discussione decenni di incoraggiamento all’aiuto dei genitori e al controllo sui compiti».

Ci sono infatti diverse variabili che condizionano il rapporto genitore-figlio durante i compiti: un atteggiamento positivo del genitore potrebbe influenzare il bambino predisponendolo allo studio, mentre pretendere troppo dal proprio figlio potrebbe essere fonte di ansia. Molti genitori, inoltre, potrebbero non essere predisposti all’aiuto, vedendolo come una fonte di stress che contribuisce a creare tensione e pressioni sul figlio. Quando poi c’è poco tempo a disposizione, i genitori per semplificare tendono a suggerire le risposte ai loro figli, impedendo loro di approcciarsi in maniera individuale al problema e alla sua risoluzione.

Lo studio

La maggior parte degli studi si è concentrata su alunni delle scuole medie e superiori ma sono stati anche valutati i bambini delle scuole elementari che si trovano in una fase di sviluppo particolarmente importante e per i quali i compiti a casa hanno un impatto maggiore, sia positivo che negativo.

Sono stati utilizzati una serie di dati nazionali dal 1997 al 1998 e 2011. A differenza di studi precedenti, sono state prese in considerazione anche variabili come lo stato socioeconomico e l’educazione dei genitori. Anche considerano il livello e l’intensità dell’aiuto dei genitori nei compiti, il team non ha riscontrato nessun effetto sul rendimento degli studenti. Non ci sono spiegazioni certe sul fenomeno, ma i ricercatori hanno avanzato delle ipotesi.

Le variabili nell’aiuto dei compiti

Lo stress dell’ambiente domestico non favorirebbe l’apprendimento, oppure i genitori fanno la maggior parte del lavoro fornendo le risposte e non insegnando ai loro figli a pensare da soli. Un’altra motivazione potrebbe essere che i genitori non sono formati come gli insegnanti per conferire con il giusto metodo le conoscenze sugli argomenti. Anche le elevate aspettative possono ostacolare l’apprendimento. Se un bambino ha la sensazione che uno dei genitori gli stia con il fiato sul collo, potrebbe sperimentare ansia e pressioni che non favoriscono uno studio sereno e generano conflitti.

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Fare i compiti insieme ha anche aspetti positivi, ma non nel senso del rendimento scolastico. Può essere un motivo per trascorrere più tempo insieme e per trarne un benessere mentale, che esula però dal mondo accademico.

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