L’Ape Piaggio galleggiante: l’assurdo (ma funzionante) mezzo creato da Maxgeko
- Nel 1965 nacque nel Regno Unito una Lambretta anfibia capace di viaggiare su strada e in acqua
- L’esperimento finì con un affondamento spettacolare ma divenne un simbolo di ingegneria creativa
- Sessant’anni dopo, l’artigiano calabrese Maxgeko ha creato un’Ape Piaggio galleggiante
- Il mezzo usa tavole da surf come galleggianti ed eliche laterali per muoversi anche in retromarcia
- Il progetto è diventato virale, simbolo di fantasia, ironia e passione per l’artigianato italiano
C’è chi va al mare per nuotare e chi, come l’artigiano calabrese Massimiliano Macrì, meglio conosciuto come Maxgeko, decide di andarci direttamente in Ape Piaggio. Il suo progetto, diventato virale sui social, mostra un’Ape Cross 50 che non teme le onde e scivola leggera sulle acque di Scilla, in Calabria. Non è un miraggio estivo, ma il frutto di un’idea tanto folle quanto geniale: unire strada e mare in un solo veicolo.
Per capire da dove nasce questa trovata, bisogna tornare indietro di sessant’anni, al 1965, quando nel Regno Unito la Lambretta Concessionaires costruì uno scooter anfibio destinato a stupire il mondo. Si trattava di una Lambretta J125 modificata con pala rotante e timone per navigare sul Tamigi, più per spettacolo che per utilità. L’esperimento si concluse con un inabissamento imprevisto, ma entrò di diritto nella leggenda dei veicoli più eccentrici mai realizzati.
L’ingegno artigianale dell’Ape galleggiante che fa sorridere
L’Ape di Maxgeko riprende proprio quello spirito pionieristico, ma con un tocco tutto mediterraneo. Al posto dei complessi sistemi meccanici britannici, l’artigiano calabrese ha preferito una soluzione più creativa e sostenibile: due tavole da surf come galleggianti e un sistema di eliche laterali che permette al veicolo di muoversi in avanti e persino in retromarcia. Un piccolo capolavoro di equilibrio tra fantasia e funzionalità, anche se non destinato a ottenere un’omologazione nautica.
Il suo obiettivo non è certo costruire un mezzo commerciale, ma regalare un sorriso. Il progetto è infatti un omaggio all’arte dell’invenzione italiana, a quella capacità di trovare soluzioni ingegnose con ciò che si ha a disposizione, unita a una buona dose di autoironia. Le immagini dell’Ape che naviga tra le onde calabresi hanno fatto rapidamente il giro del web, diventando un simbolo di creatività e leggerezza.
Quando il mare incontra la meccanica
In fondo, sia la Lambretta anfibia degli anni Sessanta che l’Ape acquatica del 2025 condividono la stessa filosofia: non arrendersi davanti ai limiti dell’ingegneria. Dove la strada finisce, inizia la curiosità, e dove l’acqua sembra un ostacolo, nasce un nuovo tipo di veicolo. La prima puntava a dimostrare la potenza della tecnologia, la seconda celebra il piacere del fare artigianale e la libertà di sperimentare.
L’Ape di Maxgeko non navigherà mai ufficialmente nei porti, ma ha già conquistato i cuori di chi ama l’inventiva genuina. In un mondo di auto elettriche ipertecnologiche e intelligenze artificiali, un’Ape che va per mare è una boccata d’aria fresca – o meglio, di salsedine.
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Dalla Calabria al web: un’icona pop
Il successo virale del progetto dimostra che le idee più semplici possono ancora sorprendere. Migliaia di utenti hanno condiviso i video dell’Ape galleggiante, incantati dall’originalità e dal fascino retrò di un mezzo che unisce storia, cultura pop e passione artigiana. Da un esperimento inglese finito sott’acqua a un’idea calabrese che galleggia con stile, la morale è chiara: il confine tra terra e mare è solo un punto di vista. E quando l’ingegno incontra l’ironia, anche un’Ape Piaggio può trasformarsi nel più improbabile dei battelli.
@massimilianomacri70 #calabria #aspromonte #ape ♬ Andavo A Cento All’Ora – Gianni Morandi

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