Bunyip: il mostro fantastico delle paludi australiane

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Bunyip: il mostro fantastico delle paludi australiane

| 06/03/2024
Fonte: Facebook

Uno strano mostro nelle acque degli stagni australiani: un mistero ancora irrisolto

  • Secondo le leggende il “Bunyip” si nasconderebbe negli stagni e nei torrenti dell’Australia
  • Il Bunyip è un mostro immaginario che per anni ha spaventato gli abitanti del sud di questo continente
  • In certi luoghi questo animale mostruoso è sinonimo di “spirito maligno”
  • Negli antichi scritti, il mostro era descritto con un lungo collo, una testa rotonda e un corpo come un leone di mare
  • Oggi si pensa non sia mai esistito o sia stato confuso con le grandi foche leopardo che risalgono i fiumi

 

Si dice che si nasconda nelle paludi, negli stagni e nei torrenti dell’Australia: si tratta del Bunyip, un animale fantastico, con un nome carino ma un aspetto terrificante. Per molti anni i racconti di questo animale anfibio hanno spaventato gli abitanti dell’Australia meridionale. La stessa parola Bunyip deriva da un temine aborigeno australiano il cui analogo inglese più vicino è “demone”, “diavolo” o “spirito maligno”.

Tuttavia, secondo coloro che conoscono il Wemba-Wemba, la lingua aborigena australiana da cui la parola deriva, anche queste possibili traduzioni sono imprecise.

La leggenda del Bunyip ha radici molto antiche

Ci può essere qualche connessione tra la parola Bunyip e la parola Bunjil che è “un mitico ‘Grande Uomo’ che ha fatto le montagne e i fiumi e l’uomo e tutti gli animali”, scrive uno di questi esperti. “A metà del XIX secolo, la parola Bunyip ha significati come pretendente, impostore e imbroglione“. In genere si ritiene che il Bunyip sia una creatura orribile e puzzolente che si nasconde in acque profonde e torbide aspettando che passi la sua preda ignara.

Veniva descritto con un lungo collo, una testa rotonda e un corpo come un leone di mare e si diceva facesse “rumori ruggenti” prima di divorare la sua preda. La preda, ovviamente, era invariabilmente umana, e sembra che il Bunyip preferisse pranzi con menu di donne e bambini.

Un detenuto inglese fuggito da una colonia penale vicino all’odierna Melbourne affermò di aver visto il Bunyip all’inizio del 1800 mentre viveva tra gli aborigeni. Secondo il resoconto di William Buckley, il bunyip era uno “straordinario animale anfibio” con piume grigie che gli coprivano la schiena che  divorò una donna della sua comunità adottiva.

Purtroppo chi ha effettivamente visto il bunyip, e ha fornito prove della sua esistenza, sono poche persone e lontane nel tempo tra loro. Così, le descrizioni sono molto diverse e tutte poco attendibili.
In alcuni racconti, è una creatura simile a un cane o a una foca“, riporta l’Australian World Book. “I Bunyip sono stati descritti grandi come un cavallo oppure piccoli come un cane. Possono avere pinne, zanne, denti, uno o due occhi, pelo ispido, squame o corna. Anche le descrizioni del comportamento dell’animale variano ampiamente, da un mostro mangia-uomini a una timida creatura mangia-pianta che si allontana dagli umani”.

Proprio per i resoconti così diversi in merito al bunyip, gli scienziati di oggi hanno concluso in modo definitivo che si tratta di una creatura immaginaria.  Una conclusione un po’ deludente anche se, certamente, non c’è carenza di spaventose creature reali nell’Outback australiano. Una domanda però si impone: cosa hanno realmente visto questi aborigeni australiani?

Alcuni scienziati credevano che la creatura fosse poco più di un ricordo culturale aborigeno di animali ormai estinti come Diprotodon (un vombato), Zygomaturus, Nototherium o Palorchestes.

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Ma la spiegazione più comunemente accettata per questa creatura è stata fornita nel 1933 da un geologo australiano di nome Charles Fenner. Fenner prestò molta attenzione alla descrizione di una creatura con un “collo lungo, una testa rotonda e un corpo come un lamantino” e giunse ad una conclusione piuttosto semplice nel suo libro di fama mondiale, Bunyips and Billabongs: il racconto di questa creatura era probabilmente basato sull’avvistamento di foche elefante del sud e le foche leopardo che spesso risalgono i fiumi Murray e Darling.

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