Vuoi cambiare lavoro? Sei in buona compagnia: il 40% dei dipendenti vuole farlo

Commenti Memorabili CM

Vuoi cambiare lavoro? Sei in buona compagnia: il 40% dei dipendenti vuole farlo

| 21/08/2025
Fonte: Pexels

Il 40% degli italiani è pronto a cambiare lavoro entro l’anno

  • Il 40% dei lavoratori italiani vuole cambiare azienda entro l’anno
  • L’Italia è maglia nera in Europa per fidelizzazione dei dipendenti
  • I giovani della Gen Z sono i più inclini a cambiare lavoro
  • Le principali motivazioni sono stipendio, equilibrio vita-lavoro e crescita
  • Il lavoro ibrido riduce il turnover rispetto al lavoro solo in presenza

 

Il 40% dei dipendenti italiani è pronto a dare le dimissioni entro fine anno. A dirlo non è un sondaggio improvvisato all’aperitivo, ma l’European Workforce Study 2025 di Great Place to Work, basato su 25mila lavoratori europei. L’Italia si piazza al primo posto (negativo) per voglia di cambiare lavoro, superando persino Francia e Polonia.

Nel confronto europeo, la media si ferma al 31%. Più fedeli al proprio badge risultano gli austriaci, tedeschi e olandesi, dove il turnover resta sotto il 25%. In Italia, invece, trattenere talenti sembra una missione impossibile, anche per colpa di ambienti poco coinvolgenti e stipendi non proprio esaltanti.

Cambiare lavoro: la nuova normalità per la Gen Z

Tra i più propensi a cambiare lavoro troviamo la Gen Z, che con un tasso del 40% guida la classifica generazionale. I giovanissimi non hanno tempo da perdere: vogliono leader coerenti, aziende trasparenti e un certo rispetto per la propria salute mentale. I numeri calano con l’età, fino ad arrivare al 25% tra gli over 55.

Secondo Randstad, a spingere il cambiamento è soprattutto la busta paga: il 39% dei “cambia-poltrona” lo fa per guadagnare di più. Seguono quelli in cerca di un miglior equilibrio tra vita privata e lavoro (35%) e, a chiudere il podio, quelli affamati di carriera e crescita professionale (25%).

Lavoro ibrido: il jolly della retention aziendale

Il lavoro ibrido si conferma la soluzione più efficace per trattenere i dipendenti. Solo il 24% dei lavoratori ibridi pensa di cambiare azienda, contro il 34% di chi lavora solo in ufficio e il 37% dei full remote.

Nei settori come tecnologia, finanza e servizi professionali, dove la flessibilità è possibile, il modello ibrido è scelto nel 57% dei casi. Al contrario, in settori come retail e manifattura, la rigidità delle modalità operative rende difficile offrire alternative efficaci.

Employer branding e fidelizzazione: la missione (quasi) impossibile

Trattenere i talenti non è una questione di magia, ma di strategie concrete. Secondo Great Place to Work, il miglioramento della retention è una priorità per l’87% dei responsabili HR. Eppure, le soluzioni non sono sempre semplici da attuare, né economiche: un turnover del 10% può costare fino a 200mila euro l’anno in azienda.

Le aziende più accorte puntano su ascolto attivo, benefit reali, formazione continua e smart working. E magari anche su una leadership un po’ meno “rompiballe”, visto che non tutti i lavoratori lasciano il posto per inseguire i soldi: molti cercano solo di respirare un po’.

I dipendenti disillusi vogliono comunque cambiare

La voglia di cambiamento non riguarda solo gli ambiziosi. Secondo Randstad, persino i lavoratori più disimpegnati (quelli che sembrano vivere il lavoro come un fastidio fra due aperitivi) hanno voglia di cambiare: ben il 39% di loro ha intenzione di lasciare il posto attuale.

Paradossalmente, sono proprio i “più motivati” ad avere meno fretta: solo il 20% ha in programma un cambiamento, segno che chi crede ancora nel proprio ruolo è disposto a restare e investire. Ma anche in questo caso, il datore di lavoro dovrà darsi da fare.

Leggi anche: Altro che posto fisso, ora il trend è il job hopping: saltare da un lavoro all’altro

Il posto fisso non basta più

I tempi in cui bastava una scrivania, una sedia traballante e un caffè amaro per tenere un dipendente sono finiti. Oggi servono flessibilità, retribuzione adeguata, formazione e rispetto. E magari anche un capo meno incline al micromanagement. Se tutto questo manca, il dipendente cambia. E a quanto pare, il 40% degli italiani lo farà entro l’anno.

logo-img
La redazione di commentimemorabili.it si impegna contro la divulgazione di fake news. La veridicità delle informazioni riportate su commentimemorabili.it viene preventivamente verificata tramite la consultazione di altre fonti.
Questo articolo è stato verificato con:
Chiedi la correzione di questo articoloValuta il titolo di questa notizia
Copyright © 2018 - Commenti Memorabili srl
P. IVA 11414940012

digitrend developed by Digitrend