Un dentista ha decifrato un codice geometrico nell’Uomo Vitruviano di Leonardo

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Un dentista ha decifrato un codice geometrico nell’Uomo Vitruviano di Leonardo

| 27/08/2025
Fonte: Wikipedia

La perfezione umana potrebbe essere nascosta tra mandibole, triangoli e proporzioni antiche

  • Un dentista londinese ha individuato un triangolo equilatero nascosto nel disegno dell’Uomo Vitruviano
  • Leonardo aveva scritto della presenza di un triangolo tra le gambe, ma fu sempre sottovalutato
  • Il triangolo corrisponde al cosiddetto Triangolo di Bonwill, usato in odontoiatria moderna
  • Questa struttura è legata alla proporzione tetraedrica di 1,633
  • Lo studio collega arte, anatomia e geometria in un’unica intuizione rinascimentale

 

Che Leonardo da Vinci fosse avanti di secoli lo sapevamo. Che un dentista di Londra potesse dargli man forte, forse meno. Rory Mac Sweeney, quarantanovenne con studio nella capitale britannica, ha pubblicato una ricerca che rischia di far riscrivere quanto sapevamo dell’Uomo Vitruviano. No, non si tratta di un nuovo complotto sul Sacro Graal, ma di un triangolo. Sì, proprio uno geometrico.

Il famosissimo disegno dell’uomo inscritto in cerchio e quadrato, realizzato intorno al 1490, non è solo un capolavoro artistico: è un trattato visivo di proporzioni e geometria. Ma tra cerchi, quadri e braccia aperte, ci sarebbe anche un triangolo equilatero nascosto in bella vista tra le gambe della figura. Lo aveva scritto lo stesso Leonardo, ma per secoli la frase fu letta come un vezzo poetico. Fino ad oggi.

Il triangolo dell’Uomo Vitruviano: la svolta arriva dallo studio dentistico

Mac Sweeney ha dimostrato che il triangolo equilatero citato da Leonardo non solo esiste, ma coincide con una struttura ben nota in odontoiatria: il Triangolo di Bonwill. Scoperto nel 1864 dal dentista William Bonwill, questo triangolo collega i due punti di articolazione della mandibola con il centro tra gli incisivi inferiori. In pratica, è la base su cui si costruiscono dentiere e sorrisi funzionali.

Il fatto curioso? Leonardo l’avrebbe anticipato di circa 400 anni. Niente raggi X, niente modelli 3D, solo osservazione e compasso. E come se non bastasse, questo triangolo è alla base anche di una proporzione geometrica fondamentale: quella tetraedrica, pari a circa 1,633.

Non è il solito numero aureo

Dimenticate il numero aureo, quella proporzione da 1,618 tanto amata da architetti, pittori e guru dell’arredamento minimal. La proporzione trovata da Mac Sweeney si avvicina di più a quella usata per impilare le arance nei supermercati. Sì, perché la tetraedrica è la proporzione ideale per impilare sfere in modo efficiente, come fanno gli atomi nei cristalli o i fruttivendoli con gli agrumi.

Secondo lo studio pubblicato sul Journal of Mathematics and the Arts, la costruzione dell’Uomo Vitruviano segue esattamente questa logica. Leonardo avrebbe quindi usato la geometria non solo per rappresentare il corpo umano, ma per suggerire una legge naturale. Il lato del quadrato e il raggio del cerchio, in rapporto tra loro, formano anch’essi un valore vicino a 1,64. Coincidenze? Forse no.

Una mandibola che vale più di mille parole

Il bello è che questo rapporto non si limita al disegno. Anche nella realtà, il cranio umano rispetta spesso questa proporzione. Studi recenti su 100 crani umani hanno rilevato un rapporto medio di circa 1,64, con un margine d’errore minimo. Come dire: Leonardo aveva visto lungo, molto lungo. E tutto questo partendo da un semplice schizzo a penna.

Il disegno del Vitruvian Man, spesso citato come simbolo del Rinascimento e della centralità dell’uomo, si rivela così anche un modello di biomeccanica ante litteram. E non perché l’artista volesse predire il futuro, ma perché osservava con precisione chirurgica quello che gli altri ignoravano.

Leonardo, il dentista mancato

Mac Sweeney sostiene che l’interpretazione geometrica di Leonardo fosse tutt’altro che simbolica. Altro che alchimia, cabala o esoterismo: qui si parla di misure, osservazioni e rapporti concreti. Il triangolo tra le gambe non era un dettaglio ornamentale, ma una chiave di lettura strutturale. Una sorta di blueprint umano che risponde alle stesse regole che governano la natura e i materiali.

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E così, mentre noi ci affanniamo con squadre, app e modellini digitali, Leonardo – armato solo di carta e calamaio – tracciava un equilibrio perfetto tra arte e scienza. Il fatto che un dentista lo abbia scoperto cinque secoli dopo non fa che aggiungere un tocco di ironia a questa storia tutta geometrica. Ma forse, in fondo, era proprio il caso di guardare… tra le righe. E tra le mandibole.

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