L’esperimento che ha svelato l’incredibile potere del conformismo

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L’esperimento che ha svelato l’incredibile potere del conformismo

| 11/09/2025
Fonte: Pexels

Cambieremmo la nostra opinione pur di essere d’accordo con la maggioranza? Un esperimento ha fatto luce sul potere dell’omologazione

  • Negli anni ’50, lo psicologo polacco Solomon Asch esaminò la relazione tra conformismo e percezione individuale
  • Lo studioso voleva verificare se l’opinione della maggioranza fosse in grado di alterare non solo le opinioni personali, ma anche la valutazione di dati semplici e oggettivi
  • Per farlo, Asch condusse un esperimento suddiviso in due parti
  • Inoltre, si servì di un gruppo di attori
  • Una piccola parte dei partecipanti al test si allineò nel 100% dei casi con la maggioranza, anche quando aveva palesemente torto

 

L’appartenenza a un certo gruppo è in grado di influenzare le nostre opinioni personali? Un iconico esperimento condotto nel 1951 ha dimostrato che i giudizi degli altri possono modificare non solo i nostri pareri e comportamenti, ma persino la nostra percezione. Scopriamo nel dettaglio l’affascinante esperimento sul conformismo realizzato dallo psicologo polacco Solomon Asch.

Lo studioso divise l’esperimento in due parti. In un primo momento, lo psicologo convocò singolarmente i partecipanti allo studio, comunicando loro che sarebbero stati sottoposti a un test della percezione visiva. Il compito consisteva nell’indicare quale tra tre linee di lunghezza diversa fosse più simile alla linea di riferimento. Si tarattava di un’attività estremamente facile: nel 99% dei casi, tutti i volontari contrassegnarono correttamente la risposta esatta. Il proposito dello scienziato, del resto, era proprio dimostrare la semplicità del compito, così da paragonare i risultati del test individuale a quelli della seconda parte dell’esperimento.

La seconda parte dell’esperimento di Asch

Nella fase successiva, Asch convocò un singolo partecipante all’esperimento precedente all’interno di una stanza con degli attori. Il volontario non era a conoscenza del fatto che gli altri presenti fossero complici; l’obiettivo, infatti, era fargli credere che fossero partecipanti al test proprio come lui. Nel corso della seconda parte dell’esperimento, fu mostrata su una lavagna un’immagine molto simile a quella precedentemente sottoposta ai volontari. Allo stesso modo, venne chiesto di individuare tra le tre linee quella più simile alla linea di riferimento.

Agli attori, però, era stato chiesto di rispondere in maniera sbagliata di proposito al fine di osservare il comportamento del soggetto sperimentale. Vi state chiedendo quali siano stati i risultati dell’esperimento? Presto detto: il test ha dimostrato che la maggior parte dei partecipanti continuò a dare la risposta esatta nonostante la pressione esercitata dal gruppo.

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Tuttavia, il 75% circa dei volontari si conformò almeno una volta al gruppo, rispondendo in modo sbagliato per non contraddire la maggioranza. Una minima percentuale, pari al 5%, sbagliò sempre pur di adeguarsi al gruppo, mentre il 25% circa dei partecipanti non modificò mai la sua risposta per allinearla all’opinione della maggioranza.

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