Grazie ai gatti si potrebbe riuscire a incastrare i criminali

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Grazie ai gatti si potrebbe riuscire a incastrare i criminali

| 24/11/2023

La tecnica si basa sull’analisi del DNA mitocondriale nei peli

  • I ricercatori dell’Università di Leicester hanno sviluppato una nuova tecnica per identificare i gatti attraverso i loro peli, aprendo la possibilità di utilizzare questa innovazione per risolvere crimini
  • La tecnica di estrazione del DNA permette di analizzare i peli trovati sulle scene del crimine e collegare il responsabile o la vittima alla scena del delitto
  • La tecnica si basa sull’analisi del DNA mitocondriale nei peli dei gatti, trasmettendo dalla madre alla prole e condiviso tra i gatti imparentati per via materna
  • Nonostante il pelo contenga pochissimo DNA utilizzabile, la nuova tecnica consente di determinare la sequenza dell’intero DNA mitocondriale, risultando più precisa rispetto alle tecniche precedenti
  • I peli degli animali domestici rappresentano una preziosa fonte di prove nelle indagini in cui non è disponibile il DNA umano, e questa nuova tecnica rende il processo più potente

 

I ricercatori dell’Università britannica di Leicester hanno sviluppato una nuova tecnica che consente di identificare con precisione un gatto attraverso uno dei suoi peli, aprendo la possibilità di utilizzare questa innovazione per risolvere crimini, come riportato sulla rivista Forensic Science International: Genetics. Secondo gli studiosi, il pelo del gatto potrebbe diventare un elemento chiave per incastrare il responsabile di un crimine, collegandolo alla scena del delitto o alla vittima stessa. La tecnica di estrazione del DNA, sviluppata dagli stessi ricercatori, potrebbe essere estesa anche all’analisi dei peli dei cani.

I gatti, sempre più diffusi come animali domestici, lasciano spesso i loro peli ovunque. I ricercatori hanno quindi considerato la possibilità di analizzare i reperti trovati sulle scene del crimine, poiché è difficile evitare di portare con sé peli di gatto quando si esce di casa. La tecnica si basa sull’analisi del DNA mitocondriale nei peli, trasmesso dalla madre alla prole e condiviso tra i gatti imparentati per via materna. Nonostante il pelo sia privo della radice e contenga pochissimo DNA utilizzabile, la nuova tecnica consente di determinare la sequenza dell’intero DNA mitocondriale, risultando circa dieci volte più precisa rispetto alle tecniche precedenti che esaminavano solo brevi frammenti.

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Permette di restringere il cerchio il più possibile

La prima autrice dello studio, Emily Patterson, ha spiegato che, nonostante il pelo perso dal gatto non permetta di identificare un singolo gatto specifico, la necessità di massimizzare l’estrazione di informazioni consente di restringere il cerchio il più possibile. Grazie a questa nuova tecnica, si garantisce un risultato significativamente più preciso rispetto alle metodologie precedenti. Il genetista Mark Jobling, partecipe dello studio, ha evidenziato che, nelle indagini in cui non è disponibile il DNA umano da testare, i peli degli animali domestici rappresentano una preziosa fonte di collegamento delle prove, e la nuova tecnica rende il processo molto più potente. Ha inoltre suggerito che lo stesso approccio potrebbe essere applicato anche ad altre specie, in particolare ai cani.

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