Ojisan Trading Card Game: il gioco di carte giapponese con protagonisti i nonni
- In un paesino giapponese i bambini collezionano carte con protagonisti uomini anziani della comunità
- Il gioco si chiama Ojisan Trading Card Game e ha trasformato gli “ojisan” locali in supereroi
- Ogni carta rappresenta una persona reale, con statistiche e abilità ironiche ispirate alla vita quotidiana
- I bambini ora partecipano ad attività sociali per incontrare i loro beniamini in carne e ossa
- Le carte sono fatte a mano e vendute a prezzi accessibili, diventando un simbolo di unione tra generazioni
In un angolo remoto del Giappone, nella cittadina di Kawara, la rivoluzione dei giochi di carte ha preso una piega inaspettata. Scordatevi i draghi di Yu-Gi-Oh! o gli evolutissimi Pokémon: qui i bambini si scambiano carte con stampate le facce sorridenti dei pensionati del posto. Sì, avete letto bene. Uomini di mezza età e oltre, in carne, ossa e cardigan, diventano i protagonisti del gioco di tendenza: l’Ojisan Trading Card Game.
A ideare questa geniale iniziativa è stata Eri Miyahara, segretaria generale del Saidosho Community Center. L’idea era semplice e potentissima: “Perché non far conoscere ai bambini gli incredibili uomini della nostra comunità?” Detto, fatto. Oggi quei signori con i capelli grigi sono i veri idoli dei più piccoli, trasformati in carte da collezione complete di statistiche, poteri speciali e perfino rarità “prismatiche”.
Carte fatte a mano dei nonni e superpoteri quotidiani
Ogni carta è una piccola opera d’arte: ritrae un ojisan locale, racconta la sua storia e gli assegna abilità degne di un eroe da fumetto. Prendete il signor Honda, 74 anni, ex capo dei vigili del fuoco, noto come “Firewall”. La sua mossa speciale, Super Guard, infligge 200 danni… ma ogni tanto si scotta anche lui. O ancora il mitico signor Takeshita, 81 anni, maestro nella preparazione dei soba, elevato al rango di “Soba Master”. Tra i bambini è ormai una leggenda vivente.
Il tutto è iniziato come semplice collezione, ma si sa, i bambini non sono noti per fermarsi alle regole base. In poco tempo hanno iniziato a confrontare le statistiche e a creare battaglie improvvisate a colpi di “Il mio nonno è più forte del tuo!”. A quel punto l’idea ha preso il volo: nuove regole, veri scontri strategici e carte sempre più ambite.
Carte Pokémon dei nonni: fenomeno sociale e volano per il volontariato
Il successo dell’Ojisan TCG ha avuto un effetto collaterale molto positivo: ha riportato i giovani nel cuore della comunità. I bambini, armati delle loro carte, affollano eventi locali, fanno volontariato e cercano incontri con i loro eroi. Un esempio? Il signor Fujii, 68 anni, ex guardia carceraria ora volontario, si è ritrovato a firmare autografi come una celebrità. “Non ci credevo quando mi hanno chiesto la firma!”, ha raccontato divertito.
La popolarità delle carte ha fatto impennare la partecipazione agli eventi del quartiere, con il numero di bambini coinvolti raddoppiato in pochi mesi. Non solo: le carte “shiny” vengono assegnate in base all’impegno reale dei nonni nel sociale. Più volontariato, più possibilità che la propria carta venga aggiornata con effetti speciali.
Un modello giapponese di innovazione sociale travestito da gioco
Le carte sono tagliate a mano dai volontari del centro comunitario, in edizioni limitate da tre o sei pezzi. I pacchetti costano rispettivamente 100 e 500 yen (meno di 3 euro). E se pensate che sia un passatempo locale destinato a spegnersi, pensateci due volte: i bambini risparmiano la paghetta per accaparrarsi il loro ojisan preferito.
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In un Paese che invecchia rapidamente come il Giappone, dove la popolazione anziana è in costante aumento e le nascite diminuiscono, l’Ojisan Trading Card Game rappresenta molto più di un passatempo: è un’idea semplice, geniale e umanissima per connettere le generazioni. Il Giappone, ancora una volta, ci insegna che i veri supereroi non devono per forza salvare il mondo: basta che sappiano cucinare un buon piatto di soba, aiutare un vicino o sorridere dietro una carta. E magari, firmarla per i loro piccoli fan.

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