I misteri di Roma: leggende dei luoghi esoterici della Capitale

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I misteri di Roma: leggende dei luoghi esoterici della Capitale

| 10/04/2023
Fonte: Pixabay

Roma è una meta turistica molto conosciuta grazie alla sua storia e ai numerosi monumenti, ma pochi conoscono le leggende esoteriche della Città Eterna…

  • La Città Eterna ospita numerose leggende esoteriche
  • Esistono dei luoghi che custodiscono storie affascinanti
  • Ad esempio la Sedia del Diavolo, la tomba di Elio Callistio
  • La Porta Alchemica, uno dei pochi monumenti alchemici esistenti al mondo
  • Il Quartiere Coppedè, ricco di simboli misteriosi
  • Il Pantheon e la sua “diabolica” leggenda
  • La Fontana dei Quattro Fiumi e la maledizione della strega in piazza Navona

 

Roma è una città millenaria colma di storie e leggende famose, ma in pochi sono a conoscenza dei misteri esoterici che si nascondono tra le strade della Capitale. Ogni giorno, gli stessi residenti camminano ignari di fronte a monumenti che raccontano le leggende più affascinanti della città. Scopriamo la magia della Città Eterna con i luoghi esoterici della Capitale.

Sedia del Diavolo

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Fonte: Wikimedia

Nei pressi di Viale Libia si trova la tomba di Elio Callistio, un liberto dell’imperatore Adriano. Questo monumento funerario è conosciuto come “Sedia del Diavolo” per via della sua forma che ricorda un trono vescovile. Prima dell’urbanizzazione di Roma, questo monumento sorgeva imponente in mezzo alla campagna: la sua forma incuteva timore e suggestione ai residenti, così ben presto nacquero alcune misteriose leggende sul suo conto.

La tomba ha raggiunto la fama “diabolica” per alcuni elementi: per prima cosa, con le luci dei fuochi notturni, il rudere assumeva un aspetto inquietante. In più, è situato alle esatte spalle della Basilica di San Pietro, un chiaro riferimento all’anticristo. Si narra che nell’Ottocento un certo pastore chiamato Giovanni toccò la Sedia del Diavolo ed acquisì poteri magici che lo rendevano in grado di curare le persone. Si dice che con la polvere della Sedia riuscì a guarire una fanciulla ammalata di dissenteria.

Porta Alchemica

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Per la maggior parte dei visitatori di Roma, è solo un’altra rovina misteriosa, mentre in realtà è uno dei pochi monumenti alchemici esistenti al mondo. Conosciuta anche come Porta Magica, Porta dell’Alchimia, Porta Ermetica o Porta del Cielo, è un monumento costruito tra il 1678 e il 1680 dal marchese Massimiliano Palombara Pietraforte (1614-1680) nella sua residenza, Villa Palombara. Si trova nella parte orientale della città di Roma, sul colle Esquilino, vicino a Piazza Vittorio Emanuele. Il Marchese lo costruì come risultato della sua passione per le scienze esoteriche e le pratiche occulte.

È l’unica delle cinque porte d’accesso alla villa dei Marchesi Palombara. Secondo la leggenda, il Marchese incontrò ad una cena un alchimista che gli confidò di poter usare una certa erba per trasformare i metalli in oro. Il mattino seguente, l’alchimista – noto con il nome di Giuseppe Francesco Borri – andò via, ma lasciò dietro di sé qualche filo d’oro, come “testimonianza” delle sue trasformazioni riuscite. Inoltre, lasciò anche un foglio indecifrabile: la “ricetta” della trasformazione. Poiché il Marchese non riuscì a comprenderla, la trascrisse sulla porta, nella speranza che qualcuno in grado di tradurla potesse bussare alla sua villa.

Mistero e credenze occulte circondano ancora la porta, e i simboli sopra di essa alimentano molte di queste teorie, come la sequenza dei pianeti in associazione con i corrispondenti metalli, la scritta ebraica “Spirito Divino” nella parte alta dello stipite, con sotto un riferimento mitologico a Giasone e la ricerca del Vello D’oro, che gli alchimisti identificavano come la famosa Pietra Filosofale. Ma l’incisione più affascinante è la frase si sedes non is che letta da sinistra verso destra significa “se siedi non vai”, e se letta al contrario vuol dire “se non siedi vai”.

Quartiere Coppedè

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Il quartiere Coppedè sorge tra Via Tagliamento e Piazza Buenos Aires, e prende il nome dal suo architetto, Gino Coppedè. I 31.000 metri quadrati del quartiere (con circa 40 strutture) si animano di torri fiorentine e palazzi veneziani decorati con mosaici e affreschi esterni, palazzi barocchi con stemmi reali e papali, una meridiana, e il Palazzo del ragno, con la sua decorazione raffigurante un cavaliere con la scritta “labor” per celebrare il lavoro.

Costruito dal 1915 al 1927. La leggenda vuole che Coppedé fosse un massone. Si dice che abbia nascosto decine di simboli esoterici all’interno delle sue strutture. Ad esempio, al di sotto dell’arco che simboleggia il quartiere, si trova un lampadario in ferro battuto, che dovrebbe indicare una sorta di viaggio di iniziazione. Com’è noto, i massoni vengono chiamati “figli della luce“, ad indicare il lume della conoscenza.

Sopra l’arco c’è la rappresentazione di una coppa che ricorda quella del Santo Graal, le torri fanno riferimento alla Torre di Babele e le colonne si riferiscono al Tempio di Salomone. Grazie alla sua strana bellezza, il quartiere Coppedè è stato utilizzato come scenario di numerosi film.

Pantheon

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Dedicato a tutti gli dei dell’Olimpo, il Pantheon fu eretto per la prima volta da Marco Agrippa, consigliere e genero dell’imperatore Augusto. La consacrazione avvenne tra il 27 e il 25 d.C., durante il terzo consolato di Agrippa. Il tempio originale, di forma rettangolare, fu distrutto da un incendio dell’80 d.C., restaurato dall’imperatore Domiziano e nuovamente danneggiato da un fulmine 30 anni dopo. La cupola fu probabilmente progettata per ricordare l’Olimpo, mentre le sette nicchie che circondano la struttura mostravano le statue degli dei a cui il tempio era dedicato. L’unica fonte di luce è l’Oculo, un’apertura circolare del diametro di 8,2 metri. Considerata la più straordinaria invenzione nell’architettura del Pantheon, contribuisce a creare un effetto di luce celeste.

Secondo una leggenda, l’Oculo fu “creato” durante la cerimonia di consacrazione del Pantheon, nel 608, quando fu convertito in chiesa. Si narra che il tempio pagano fosse infestato da demoni, così quando il loro rifugio divenne una chiesa questi fuggirono creando un foro nella volta del soffitto con le loro corna. In realtà, il tempio pagano cambiò semplicemente nome e significato diventando la Basilica di Santa Maria ad Martyres.

Piazza Navona

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Piazza Navona non ospita solo racconti di spettri, monumenti e fatti storici. C’è una leggenda che in pochi conoscono riguardante la Fontana dei Quattro Fiumi: si dice che gli innamorati non debbano mai girare in senso antiorario intorno alla fontana, perché altrimenti saranno destinati a lasciarsi entro sei giorni.

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Questo a causa della “maledizione degli amanti” lanciata da una strega. Chissà se – nell’era degli smartphone – la megera avrà pensato di inserire una telefonata in stile “The Ring” per aggiungere un po’ di suspense: “sei giorni…”.

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