Il 51% delle persone tra i 20 e i 40 anni in Italia non vuole figli

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Il 51% delle persone tra i 20 e i 40 anni in Italia non vuole figli

| 25/03/2024
Fonte: Pexels

Ci sono sempre meno nascite

  • Secondo il rapporto Coop 2023 in Italia, il 51% delle persone tra i 20 e i 40 anni non desidera diventare genitore
  • Un ulteriore 28% di questa fascia di età vorrebbe avere figli, ma prevede difficoltà principalmente di natura economica
  • L’Italia affronta una continua diminuzione delle nascite dal 2008, con il 2022 che ha registrato meno di 400.000 nascite per la prima volta
  • Il costo economico crescente legato all’avere figli è citato come uno dei principali ostacoli, rappresentando quasi un terzo del reddito e quasi raddoppiando rispetto alla media OCSE
  • Esperti suggeriscono che politiche di lavoro femminile più serie, incentivi per l’assunzione di madri lavoratrici e un’estensione del congedo di paternità potrebbero affrontare la sfida demografica in Italia

 

Il rapporto Coop 2023 ha reso noti dati preoccupanti sull’atteggiamento dei giovani italiani tra i 20 e i 40 anni nei confronti della genitorialità. Secondo il rapporto, il 51% di questa fascia di età non desidera diventare genitore, mentre un ulteriore 28% vorrebbe farlo ma prevede difficoltà, principalmente di natura economica. Questo atteggiamento riflette una tendenza più ampia di incertezza e pessimismo riguardo al futuro, con il 30% degli occupati che vorrebbe cambiare posizione nel mercato del lavoro, ma ritiene che ciò non sarà possibile.

L’Italia sta affrontando una continua diminuzione delle nascite dal 2008, con il 2022 che ha registrato per la prima volta meno di 400.000 nascite (393.000), e le proiezioni per il 2023 stimano cifre intorno alle 382.000. La priorità per molti italiani sembra essere quella di “rimanere a galla” in un contesto economico difficile, dove la vita a basso costo è vista come l’unica opzione accessibile per la maggioranza.

Il problema è il costo legato all’avere figli

Il costo economico crescente legato all’avere figli è citato come uno dei principali ostacoli, rappresentando quasi un terzo del reddito e quasi raddoppiando rispetto alla media OCSE. Le misure di incentivazione alla natalità adottate finora, come il bonus per le mamme lavoratrici 2024 e l’aumento del bonus nido, sono criticate per la loro limitata applicabilità, beneficiando solo una piccola percentuale di individui con contratti a tempo indeterminato e vincolando ulteriormente i benefici.

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Per affrontare la sfida demografica, alcuni esperti suggeriscono di concentrarsi su politiche di lavoro femminile più serie, con incentivi per l’assunzione di madri lavoratrici e un’estensione del congedo di paternità, attualmente limitato a 10 giorni. Migliorare il welfare aziendale e garantire una rete di servizi per l’infanzia sono considerati passi cruciali per sostenere le famiglie che desiderano avere figli.

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