Che siano degli scatti in solitaria oppure di gruppo, le immagini raccontano molto di noi e di ciò che vogliamo comunicare
- I selfie non sono solo strumenti di autocelebrazione, ma servono a raccontare esperienze significative e a comunicare con gli altri
- L’associazione tra selfie e narcisismo è spesso esagerata: la maggior parte delle motivazioni è legata alla connessione sociale, all’identità e alla memoria
- Gli individui tendono a scattare selfie quando attribuiscono un valore personale a un evento, collegando l’immagine al significato emotivo
- I selfie possono avere effetti positivi come rafforzare l’autostima, promuovere la body positivity ed esprimere l’identità in modo consapevole
- Esprimono non solo come vogliamo apparire, ma anche chi siamo e come vogliamo essere ricordati
I selfie sono diventati un elemento imprescindibile della comunicazione visiva contemporanea, soprattutto sui social media come Instagram, dove rappresentano una forma popolare di autoespressione e narrazione personale. Sebbene la tendenza sembri moderna, il desiderio umano di autorappresentazione affonda le sue radici in tempi antichi, dalle pitture rupestri agli autoritratti.
La ricerca di approvazione e conferma
Il primo selfie documentato risale addirittura al 1839, quando Robert Cornelius scattò una fotografia di sé stesso. Tuttavia, con la diffusione degli smartphone e dei social network, l’atto di scattarsi un selfie ha acquisito una rilevanza psicologica e sociale molto più ampia.
Nonostante l’associazione diffusa tra selfie e narcisismo, le motivazioni reali dietro questo comportamento sono molteplici e complesse. Il selfie non è solo un modo per mostrare la propria immagine, ma anche uno strumento per raccontare una storia, costruire un’identità e comunicare esperienze. Le persone scelgono consapevolmente come rappresentarsi (dall’angolazione della foto ai filtri) per controllare la percezione sociale che gli altri hanno di loro. Ottenere like, repost e commenti positivi offre un senso di approvazione e conferma che la rappresentazione scelta ha avuto successo.
The world’s first light photograph (& selfie)
1 January, 1839
Robert Cornelius was a pioneer in the history of photography. His self image is the first known photographic portrait of a human taken in the US.#photography #daguerreotype #America #Dutch #Netherlands #selfies pic.twitter.com/VjRVekpSg7
— Timeless Colours (@timelesscolours) December 28, 2020
Il selfie più twittato della storia
Affinché un selfie sia tale, deve mostrare tutto il viso ed è generalmente più accettabile definire un’immagine “selfie” quando è immortalata una sola persona, mentre ora il termine si è generalizzato anche a un gruppo intimo che sta dietro la persona messa a fuoco, come il famoso selfie di gruppo di Ellen DeGeneres agli Oscar 2014, diventato lo scatto più twittato della storia con oltre 3 milioni di condivisioni e 2 milioni di like.
La ricerca evidenzia anche come lo scatto di un selfie sia spesso legato al valore attribuito a un’esperienza: più è significativo un evento, più è probabile che venga immortalato in un selfie. Esperimenti condotti con oltre 2.000 partecipanti hanno mostrato che chi attribuiva più importanza a un momento tendeva a inserirsi personalmente nella foto, mentre le immagini “anonime”, senza il soggetto in primo piano, erano associate a una semplice documentazione dell’ambiente. Questo dimostra che i selfie aiutano a legare il valore personale dell’esperienza all’immagine visiva.
Il ruolo positivo dei selfie
Il narcisismo non è tra le motivazioni principali che spingono una persona a scattarsi un selfie, mentre sono più accentuate la volontà di connessione sociale, la condivisione di esperienze significative e persino l’uso funzionale del selfie, come nel caso della promozione personale o del lavoro sui social.
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Infine, i selfie vengono riconosciuti anche per il loro potenziale ruolo positivo: possono rafforzare i legami sociali, migliorare l’autostima, favorire la body positivity e offrire un canale per esprimere la propria identità. Lungi dall’essere meri atti di vanità, riflettono un intreccio complesso di bisogni emotivi, relazionali e simbolici. Esprimono non solo come vogliamo apparire, ma anche chi siamo e come vogliamo essere ricordati.
BEST SELFIE EVER RT @TheEllenShow: If only Bradley’s arm was longer. Best photo ever. #oscars pic.twitter.com/MvoWmUh7jp
— Entertainment Tonight (@etnow) March 3, 2014

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- https://www.psychologs.com/the-psychology-behind-selfies/
- https://www.earth.com/news/scientists-have-figured-out-why-people-like-to-take-selfies/
- https://mastersinpsychologyguide.com/articles/what-do-selfies-say-about-psychology-you/