L’intelligenza artificiale sarà impiegata per decifrare il pianto dei neonati

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L’intelligenza artificiale sarà impiegata per decifrare il pianto dei neonati

| 17/04/2024
Fonte: Pixabay

Un dispositivo riuscirà a captare il significato che si cela dietro i vagiti dei neonati

  • Zoundream è una startup svizzera con sede a Barcellona
  • Quest’ultima ha sviluppato un software dotato di un sistema d’intelligenza artificiale in grado di individuare il significato che si cela dietro il pianto dei bambini
  • Tale dispositivo fungerà da supporto per le figure genitoriali nell’interpretazione del linguaggio dei propri figli
  • Per il progetto, gli esperti hanno esaminato diverse registrazioni di pianti di bambini di varie etnie
  • Il gadget tecnologico sarà disponibile per la vendita entro la fine dell’estate

 

Cercare di comprendere le esigenze di un neonato è una delle imprese più difficili ed ardue di qualsiasi genitore alle prime armi. A volte basta un semplice “wah”, un piccolo gemito emesso dalla bocca del bambino per farci capire che quest’ultimo necessita di una qualche attenzione. Altre volte, invece, gli infanti potrebbero aver bisogno di una mano in più per comunicare.

Secondo la startup svizzera Zoundream, tale aiuto può essere elargito dall’intelligenza artificiale mediante un dispositivo in grado di tradurre il cosiddetto “linguaggio universale” dei bambini. “Ogni volta che un bambino piange, sicuramente sta chiedendo qualcosa“, ha affermato Roberto Iannone, CEO dell’azienda.

Un dispositivo che faciliterà la comunicazione “genitori-figli”

Il progetto non nasce con l’intenzione di diventare un sostituto delle intuizioni genitoriali ma come supporto a queste ultime.

Il nostro dispositivo non è assolutamente fatto per sostituire il ruolo dei genitori nella comprensione dei propri bambini“, ha detto Iannone. “In realtà è un modo per dare loro fiducia e per attirare più attenzione su come piange il bambino e su ciò di cui ha bisogno“.

Zoundream ha utilizzato un software di apprendimento automatico per analizzare migliaia di ore di pianti provenienti da neonati di diverse etnie. Gli esperti hanno quindi classificato queste grida in quattro diverse categorie di bisogni: fame, dolore, gas corporeo e desiderio di contatto fisico.

Il nostro team ha iniziato a raccogliere i dati acquistando dei registratori economici. In seguito abbiamo chiesto ad alcuni genitori (e persino pagato alcuni di loro) di tenere un apparecchio vicino al loro bambino” ha continuato nella spiegazione Iannone. Tale procedura ha permesso alla società svizzera di dare il via alla loro ricerca.

La “lingua propria” dei bambini

L’amministratore delegato dell’azienda ha anche sottolineato il ruolo della prosodia per i bambini, ovvero la loro innata capacità di comunicare attraverso intonazioni melodiche piuttosto che verbali. Questa abilità è radicata in loro fin dai primissimi istanti dello sviluppo del feto. “È il ‘linguaggio proprio’ di un bambino. Comprenderlo è fondamentale per la ricerca dell’azienda” ha specificato il CEO.

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Il dispositivo dotato del sistema d’intelligenza artificiale sarà destinato alla vendita entro la fine dell’estate.

 

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