Mamma e tutor arrestate per aver tentato di rubare esami scolastici

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Mamma e tutor arrestate per aver tentato di rubare esami scolastici

| 08/10/2025
Fonte: Pexels

Quando le mamme diventano ladre di compiti: il caso shock in Corea del Sud

  • In Corea del Sud una madre e una tutor hanno tentato di rubare esami da una scuola femminile
  • La tutor era una ex insegnante che aveva ancora accesso tramite impronta digitale
  • Il piano prevedeva di procurare i test per una studentessa sempre prima della classe
  • La donna avrebbe ricevuto pagamenti regolari per fornire le prove d’esame in anticipo
  • La studentessa è stata espulsa e i suoi risultati annullati dopo lo scandalo

 

Non serviva un drama coreano per assistere a colpi di scena degni della TV: bastava guardare cosa è accaduto in una scuola femminile di Andong, in Corea del Sud. Una madre e la tutor privata di sua figlia sono state arrestate dopo aver tentato di introdursi di notte nell’edificio scolastico per rubare i compiti in vista degli esami. L’obiettivo era chiaro: mantenere la ragazza al primo posto della classe a qualunque costo.

L’episodio è avvenuto lo scorso 4 luglio, intorno alle due del mattino. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso due figure che cercavano di accedere all’ufficio dove venivano custodite le copie stampate delle verifiche. Nonostante il codice fosse inserito correttamente, l’allarme si è attivato, costringendo le due donne a fuggire. Ma la fuga è durata poco: la polizia le ha arrestate già il giorno successivo.

Furto di esami scolastici grazie a un’ex insegnante con accesso illimitato

La vicenda ha scioccato l’opinione pubblica soprattutto per un dettaglio: la complice non era un’estranea, bensì una ex insegnante della stessa scuola. La donna, 31 anni, aveva lavorato lì fino a febbraio 2024 e, grazie a un’impronta digitale rimasta registrata nel sistema di sicurezza, poteva entrare indisturbata nell’edificio. Un lasciapassare che, stando alle indagini, aveva usato almeno sette volte dopo le dimissioni, quasi sempre durante i periodi degli esami.

Il sospetto è che non si trattasse del primo tentativo. Secondo gli inquirenti, la tutor avrebbe fornito esami alla madre della studentessa già per due anni, ricevendo regolarmente 2 milioni di won – circa 1.440 dollari – a ogni sessione. Le prove dei pagamenti sono state rintracciate nei movimenti bancari, un dettaglio che rende il caso ancora più clamoroso.

Un sistema di corruzione che coinvolge più figure

Le indagini hanno portato a scoprire anche il coinvolgimento di un altro personaggio: il responsabile delle strutture scolastiche. Secondo la polizia, sarebbe stato lui ad agevolare gli accessi e persino a manomettere le telecamere di sorveglianza per cancellare tracce compromettenti. Non proprio il tipo di collaborazione che ci si aspetta in un istituto scolastico.

Per la comunità locale lo scandalo ha assunto i contorni di un tradimento collettivo. Non solo una madre disposta a tutto per spingere la figlia verso l’università di medicina, ma anche una tutor che tradisce la fiducia del sistema educativo e persino chi avrebbe dovuto proteggere la scuola.

Le conseguenze per la studentessa

La domanda che tutti si sono posti è: cosa accade ora alla studentessa al centro di questa storia? La risposta è arrivata rapida e dura. La ragazza, che fino a quel momento figurava come valedictorian della scuola, è stata espulsa e tutti i suoi risultati annullati. Una caduta rovinosa che mette in evidenza come, nel tentativo di garantirle un futuro brillante, la madre abbia invece compromesso la sua reputazione scolastica e personale.

Le autorità hanno spiegato che i reati contestati vanno dall’intrusione illegale in un edificio protetto all’ostruzione delle attività scolastiche. Un pacchetto di accuse che difficilmente potrà essere liquidato come un “errore di giudizio”.

Una vicenda che sembra scritta per la TV

L’eco mediatica di questa vicenda è stata enorme. In Corea del Sud, dove la competizione scolastica è già feroce e il successo accademico viene visto come la chiave per il futuro, la scoperta di un simile inganno ha suscitato indignazione e incredulità. Molti genitori hanno confessato di sentirsi colpiti in prima persona, come se qualcuno avesse violato il principio stesso di giustizia educativa.

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Come ha commentato la madre di un’altra studentessa: “È come vivere dentro un drama, solo che non si tratta di finzione”. E in effetti, con un cast formato da madre, tutor e complice interno, la trama sembra davvero pensata per la sceneggiatura di una serie. Peccato che le conseguenze siano drammaticamente reali e abbiano travolto non solo gli adulti coinvolti, ma anche la ragazza che avrebbe dovuto beneficiare di tutto questo.

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