Svelato l’enigma della costruzione delle piramidi: no, non c’entrano gli alieni
- Un recente studio scientifico ha finalmente dimostrato in che modo gli Antichi Egizi riuscirono a costruire monumenti tanto imponenti nel bel mezzo del deserto
- In realtà, l’area in cui sorge il complesso piramidale egizio era meno desertica di quanto potremmo immaginare
- All’epoca, infatti, era attraversata da un affluente del Nilo lungo 64 km
- Gli Antichi Egizi sfruttavano il ramo del fiume per trasportare gli operai e i giganteschi blocchi di pietra
- L’affluente, in seguito, è stato inghiottito dal deserto: ecco cosa è successo
Da sempre le piramidi egizie, oltre a suscitare stupore e meraviglia, hanno destato numerosi interrogativi relativi alla loro costruzione: come hanno fatto gli Antichi Egizi a trasportare massi tanto pesanti, in un’area completamente desertica, in un’epoca in cui l’innovazione tecnologica era carente? Incredibile ma vero, la scienza sembra aver finalmente risposto all’annosa domanda.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Communications Earth and Environment, la realizzazione di opere tanto monumentali è stata resa possibile grazie allo sfruttamento di un affluente del Nilo, oggi prosciugato. Stando agli esperti, infatti, migliaia di anni fa, nell’area tra Giza e il villaggio di Lisht, scorreva un ramo del fiume che consentì agli Antichi Egizi di trasportare via nave gli operai e gli enormi blocchi di pietra impiegati per costruire le piramidi.
L’affluente del Nilo si è prosciugato a causa della siccità
I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo aver raccolto campioni di sedimenti nella zona circostante il complesso piramidale. Nell’area, infatti, è stato trovato uno strato di ghiaia e sabbia, molto simile a quello del letto di un fiume. Combinando i dati geologici con quelli satellitari, poi, gli scienziati sono riusciti a mappare la posizione precisa dell’affluente, ribattezzato Ahramat, che in arabo significa “piramide”.
La lunghezza del ramo del Nilo sfruttato per la costruzione delle piramidi, secondo lo studio, sarebbe stata di 64 km. Questo spiega perché il complesso piramidale si snodi lungo una sorta di “catena”: Giza, Chefren, Micerino e gli altri celebri edifici seguivano il corso dell’affluente.
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Nel corso dei millenni, tuttavia, a causa di una serie di cambiamenti ambientali e idrogeologici, tra cui un’intensa siccità che si verificò circa 4.200 anni fa, alcuni rami del Nilo, tra cui l’Ahramat, finirono per essere seppelliti dalla sabbia del deserto. Così, con la scomparsa dei vari affluenti, i centri che sorgevano nei dintorni furono comprensibilmente abbandonati dalla popolazione.

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- https://www.focus.it/cultura/storia/antico-egitto-risolto-un-altro-mistero-sulle-piramidi
- https://www.nature.com/articles/s43247-024-01379-7
- https://www.sci.news/archaeology/ahramat-branch-nile-12952.html