I Moai dell’Isola di Pasqua rischiano l’annegamento: quando la storia finisce sott’acqua

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I Moai dell’Isola di Pasqua rischiano l’annegamento: quando la storia finisce sott’acqua

| 11/11/2025
Fonte: Pexels

Entro il 2080 l’innalzamento del mare potrebbe sommergere i celebri colossi di Rapa Nui

  • L’innalzamento del mare minaccia i Moai dell’Isola di Pasqua, simbolo di Rapa Nui
  • Entro il 2080 l’acqua potrebbe sommergere il celebre Ahu Tongariki
  • Le piattaforme cerimoniali si stanno già deteriorando a causa delle maree più aggressive
  • Gli ahu sono anche luoghi di sepoltura, quindi la perdita è culturale e spirituale
  • I ricercatori valutano soluzioni come frangiflutti o trasferimenti, ma serve consapevolezza globale

 

C’era una volta un’isola in mezzo al Pacifico, famosa per le sue statue colossali e per i misteri che le avvolgono. Oggi, quella stessa isola rischia di diventare… una piscina per Moai. Gli scienziati, guidati da Noah Paoa – ricercatore e nativo di Rapa Nui – hanno lanciato un allarme che non suona affatto esotico: entro il 2080, l’innalzamento del livello del mare potrebbe sommergere alcuni dei siti più iconici dell’Isola di Pasqua, compreso l’Ahu Tongariki, dove quindici statue guardano l’oceano con aria preoccupata (forse già da troppo tempo).

Il fenomeno non è più una minaccia lontana, ma un fatto che i residenti osservano ogni giorno. A Ahu Tahai, le piattaforme cerimoniali cedono centimetro dopo centimetro sotto la pressione delle maree, mentre la costa perde pezzi di memoria storica come se fossero sabbia portata via dal vento.

Patrimonio in bilico e soluzioni (quasi) impossibili

Gli ahu non sono semplici basi di pietra: ospitano resti umani, storie, identità. Vederli erosi dalle onde equivale a perdere un pezzo dell’anima collettiva di Rapa Nui. Per questo motivo, il rischio non è solo archeologico, ma profondamente spirituale. Il team di ricerca ha sviluppato un gemello digitale della costa orientale per simulare l’impatto delle onde in vari scenari climatici.

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Il risultato? Oltre 51 siti culturali sono in pericolo di danni irreversibili. Le possibili soluzioni vanno dai frangiflutti al trasferimento dei monumenti, ma nessuna sembra all’altezza della sfida. Nel frattempo, la comunità locale chiede una cosa più semplice (e più difficile al tempo stesso): rispetto. Rispetto per un’isola che custodisce non solo pietre, ma la memoria di un’intera civiltà che, se non si agisce in fretta, rischia di finire letteralmente sott’acqua.

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