Oro dai rifiuti elettronici: il riciclo ecologico fatto con il formaggio

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Oro dai rifiuti elettronici: il riciclo ecologico fatto con il formaggio

| 25/05/2025

Riciclo dell’oro dai rifiuti elettronici: il metodo svizzero con il formaggio

  • I rifiuti elettronici contengono oro in piccole quantità nei circuiti
  • Un team svizzero ha usato il siero di latte per estrarlo in modo ecologico
  • Le proteine del siero si trasformano in una spugna che cattura gli ioni d’oro
  • Il processo è economico, atossico e funziona anche con rame e palladio
  • Potrebbe rivoluzionare il riciclo riducendo costi e impatto ambientale

 

C’erano una volta dei rifiuti elettronici e una vaschetta di ricotta. No, non è l’inizio di una barzelletta, ma di una scoperta scientifica destinata a rivoluzionare l’industria del riciclo. Un gruppo di ricercatori svizzeri, guidati dal professor Raffaele Mezzenga dell’ETH di Zurigo, ha trovato un modo per estrarre oro dai dispositivi elettronici utilizzando il siero di latte. Sì, proprio quel liquido pallido che di solito finisce nello scarico o, nei casi migliori, in un integratore per bodybuilder.

L’idea, apparentemente uscita da una sagra del formaggio, è invece solidamente fondata sulla biochimica. Le proteine contenute nel siero, una volta denaturate e trattate, si trasformano in una spugna capace di attrarre gli ioni metallici, in particolare quelli dell’oro. Una calamita lattiero-casearia, insomma.

Formaggio e schede madri: il nuovo modo di recuperare l’oro dai rifiuti elettronici

Il processo parte con l’immersione delle schede elettroniche in una soluzione acida, che scioglie i metalli e li trasforma in ioni. A questo punto entra in scena la spugna proteica, che viene calata nel liquido come se fosse una bustina di tè molto preziosa. Gli ioni d’oro aderiscono alle fibrille della spugna più volentieri di quanto aderiscano alla dichiarazione dei redditi.

Dopo una fase di riscaldamento controllato, l’oro si ricompone in scaglie compatte. Il risultato? Una pepita quasi pura, fino a 22 carati, ottenuta da appena una ventina di circuiti stampati. E senza nemmeno una goccia di cianuro. Che dire, se il formaggio poteva già far piangere gli intenditori, ora può anche far brillare gli occhi agli ambientalisti.

Sostenibilità e convenienza nel riciclo dell’elettronica

Ma la spugna proteica non si accontenta dell’oro: è una vera tuttofare. Può recuperare anche rame, nichel e palladio, trasformando le schede madri in miniere urbane. Il professor Mezzenga ha sottolineato che il metodo è 50 volte più economico rispetto al valore dell’oro recuperato, rendendolo una delle soluzioni più promettenti per il futuro del riciclo sostenibile.

Attualmente, aziende e startup riescono a guadagnare fino a 85.000 dollari al giorno riciclando metalli dai dispositivi elettronici. Ma finora, i processi erano complessi, costosi e spesso inquinanti. Il nuovo approccio con il siero di latte rappresenta una svolta: più green, meno costosa e persino gustosa (ma solo in senso metaforico, si spera).

Una nuova frontiera per l’economia circolare

Questo progetto è un esempio concreto di economia circolare: si recupera un materiale prezioso da rifiuti tecnologici usando un altro scarto, quello dell’industria casearia. “Sfruttiamo quello che altrimenti finirebbe buttato per recuperare ciò che vale milioni” ha dichiarato Mezzenga. Una frase che ha tutto il sapore di una pubblicità di yogurt, ma con un fondo d’oro.

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Il team sta anche studiando la possibilità di utilizzare altri scarti alimentari per produrre spugne simili. Quindi, chi lo sa: un giorno potremmo ringraziare una buccia di banana per aver salvato il pianeta. Nel frattempo, il binomio schede madri e latticini sembra già funzionare alla grande. In fondo, se l’oro fa brillare gli occhi e il formaggio fa brillare le papille, metterli insieme non poteva che portare a qualcosa di straordinario.

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