Il padre in punto di morte rivela alla figlia che era ricercato da 50 anni per una rapina in banca

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Il padre in punto di morte rivela alla figlia che era ricercato da 50 anni per una rapina in banca

| 13/12/2023
Fonte: Youtube

Ashley Randele ha scoperto la doppia vita del padre tenuta nascosta per mezzo secolo alla famiglia

  • Thomas Randele in punto di morte ha rivelato alla figlia uno sconvolgente segreto
  • Il suo vero nome era Theodore Conrad ed era ricercato da più di 50 anni
  • L’uomo da giovane aveva rapinato una banca portando via un bottino equivalente a 1,8 milioni di euro di oggi
  • Da allora aveva vissuto sotto falsa identità
  • Randele aveva tenuto all’oscuro anche la moglie della sua doppia vita

 

Un padre in punto di morte ha rivelato alla figlia un segreto che si era portato dietro per tutta la vita. Thomas Randele prima di andarsene a seguito di una butta malattia, ha voluto togliersi quel peso che lo opprimeva da mezzo secolo, parlando alla figlia Ashley, 38 anni, che si trovava al suo capezzale.

La rivelazione

Randele da più di cinquant’anni era un latitante ricercato dalla polizia per aver rapinato una banca dell’Ohio, mettendo a segno un colpo da 230.000 euro, una somma equivalente a 1,8 milioni di euro di oggi. Non solo. Il vero nome dell’uomo non era Thomas Randele ma Theodore Conrad.

Di fronte a queste incredibili rivelazioni la figlia è rimasta sconvolta. «Dopo le parole di mio padre non ho dormito la notte successiva» ha raccontato la donna alla CNN. «Ero da sola nella camera da letto della mia infanzia e ho cercato su Google “Ted Conrad scomparso”, e mi sono comparsi centinaia di articoli su di lui». Con ogni clic, il passato oscuro di suo padre si svelava davanti ai suoi occhi.

L’uomo per 50 anni aveva avuto una doppia vita. A Lynnfield, nel Massachusetts, Thomas Randele era un venditore di automobili e un professionista di golf di un country club che adorava sua moglie e sua figlia. Per ironia della sorte, aveva anche donato a enti di beneficenza della polizia locale e trascorreva ore a guardare “NCIS” e altri programmi polizieschi.

La rapina in banca

Ma a Cleveland, era Ted Conrad, un rapinatore di banche. Aveva appena superato l’adolescenza quando mise a segno una delle più grandi rapine nella storia dell’Ohio, ispirata al suo film preferito, “Il caso Thomas Crown“.

Il volto da ragazzo di Conrad era incollato sui manifesti dei ricercati e trasmesso negli episodi di “America’s Most Wanted” e “Unsolved Mysteries“. E una coppia di commissari americani, padre e figlio, a Cleveland avevano deciso di catturarlo come missione della vita. Purtroppo però non ci sono mai riusciti.

Ashley il giorno dopo la rivelazione si è recata dal padre dicendogli: «Ho cercato informazioni su di te. Sei ancora ricercato, nel caso non lo sapessi. E dobbiamo dirlo alla mamma». La donna ha raccontato la storia alla madre, rimasta incredula. La donna continuava a rileggere gli articoli sempre più sconvolta. «Dopo 40 anni di vita insieme conoscere questo segreto deve essere stato un trauma per lei» ha affermato la figlia.

Una doppia identità

L’11 luglio 1969 Conrad si presentò al lavoro come cassiere presso la Society National Bank di Cleveland. Era un venerdì e alla fine della giornata, entrò nel caveau, infilò silenziosamente 215.000 dollari in un sacchetto di carta e si allontanò dalla sua vecchia vita. La banca scoprì l’ammanco di soldi solo il lunedì successivo, dandogli due giorni di vantaggio. Da allora l’uomo aveva fatto perdere le sue tracce e si era costruito una nuova identità.

Thomas viveva una vita apparentemente alla luce del sole, ma la figlia ora ricollegava una serie di dettagli a cui non aveva mai fatto caso negli anni. Il padre l’accompagnava a scuola o alle gite scolastiche o ad altre attività, ma portava sempre la barba e raramente si toglieva il cappello in pubblico. Inoltre non ha mai lasciato il paese, rifiutandosi più volte di organizzare con la famiglia dei viaggi all’estero. Ashley ha realizzato che avere una fala identità significa non avere un passaporto.

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Ashley e la mamma sapevano che all’uomo restavano pochi mesi di vita e non aveva senso denunciarlo alle autorità per farlo morire in prigione. L’uomo è scomparso dopo due mesi dalla sua confessione. La figlia ha poi deciso di rendere pubblica la storia.

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