Perché non ricordiamo i primi anni di vita: ce lo spiega la scienza
- I bambini piccoli sono capaci di formare ricordi già dal primo anno di vita
- L’ippocampo, anche se in via di sviluppo, elabora e immagazzina informazioni
- Due le ipotesi: o i ricordi non si consolidano, o restano inaccessibili da adulti
- I neonati usano una “memoria statistica” che precede quella episodica
- I ricordi infantili potrebbero sopravvivere nel cervello, solo nascosti
Se anche tu sei convinto che il tuo primo ricordo sia il tuo terzo compleanno o quella torta distrutta da tuo cugino, sappi che probabilmente non è così. La scienza ci informa che tecnicamente potremmo avere ricordi ben più antichi, solo che il nostro cervello ha deciso di metterli in una cartella che non sappiamo più aprire.
Questa simpatica amnesia infantile, che ci priva delle memorie più tenere della nostra esistenza, è stata per anni attribuita all’immaturità dell’ippocampo, quella parte del cervello che archivia i ricordi come se fosse una cassettiera Ikea. Ma ora uno studio dell’Università di Yale smonta la teoria: i neonati sono perfettamente in grado di formare ricordi, e lo fanno anche piuttosto bene.
L’ippocampo dei neonati funziona (forse troppo): per quello non ricordiamo i primi anni di vita
Lo studio pubblicato su Science ha osservato il cervello di 26 neonati dai 4 mesi ai 2 anni grazie alla risonanza magnetica funzionale. I piccoli venivano esposti a immagini di oggetti, volti e scene, per poi testare se ricordassero qualcosa dopo pochi minuti. E sorpresa: l’ippocampo si attivava come in una vera e propria sessione di memorizzazione.
In particolare i bambini più grandicelli – sopra i 12 mesi – mostravano un’attività ancora più intensa nella parte posteriore dell’ippocampo, proprio quella legata alla memoria episodica. Tradotto: il cervello si comportava come se stesse davvero registrando l’evento, anche se poi, da adulti, quel file risulta “danneggiato o non supportato”.
I ricordi ci sono, ma non li troviamo
Due le ipotesi sul tavolo degli scienziati: la prima è che i ricordi non vengano mai salvati nella memoria a lungo termine e quindi svaniscano come una foto lasciata al sole. La seconda, decisamente più affascinante, è che quei ricordi siano ancora nel cervello, ma ci manchi la chiave per recuperarli.
Potrebbe essere tutta una questione di codifica: se impari qualcosa con un software e provi ad aprirlo con un altro, magari più aggiornato, non funziona. Allo stesso modo, se i nostri ricordi infantili sono stati immagazzinati con un linguaggio mentale diverso da quello che usiamo oggi, è normale che siano irraggiungibili.
La memoria statistica: il primo cervello è un analista di dati
Nei primi mesi di vita, i bambini usano un tipo di memoria chiamata “statistica”, una forma raffinata di apprendimento che consente loro di riconoscere schemi e ricorrenze, utilissima per decifrare il mondo. È la base per sviluppare linguaggio, vista, concetti.
Questa forma di apprendimento, però, non salva eventi precisi, ma solo tendenze generali. È come ricordarsi che al semaforo si aspetta il verde, ma non quando hai visto il primo semaforo. Con il tempo, questa memoria viene affiancata da quella episodica, che però non riesce a parlare con quella precedente. Risultato: tanti dati, ma accesso negato.
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Ricordi perduti (o solo ben nascosti)
Ciò che emerge dallo studio è che i ricordi della prima infanzia potrebbero esistere, nascosti in angoli del cervello non ancora ben compresi. Gli scienziati stanno esplorando la possibilità, finora riservata alla fantascienza, che quelle memorie possano essere “riattivate” un giorno. Per ora, però, tutto resta nel campo delle ipotesi. Nessuno ha ancora trovato il tasto “recupera infanzia” nella mente. Ma una cosa è certa: la prossima volta che ti chiedi perché non ti ricordi il tuo primo Natale, sappi che non è colpa tua. È colpa di un cervello troppo furbo per il suo stesso bene.

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- https://www.science.org/doi/10.1126/science.adt7570
- https://www.ansa.it/amp/canale_scienza/notizie/biotech/2025/03/24/perche-non-ricordiamo-i-primi-anni-di-vita-_51ecbc58-f70e-4612-bcfd-cd71981e5375.html
- https://www.wired.it/article/perche-non-ricordiamo-i-primi-anni-di-vita-studio/