Come fanno i piccioni viaggiatori a trovare la strada per consegnare i messaggi

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Come fanno i piccioni viaggiatori a trovare la strada per consegnare i messaggi

| 24/03/2023
Fonte: Facebook

Il loro straordinario senso dell’orientamento consente di giungere a destinazione percorrendo migliaia di chilometri

  • I piccioni viaggiatori sono utilizzati da millenni per portare messaggi verso luoghi molto lontani
  • In passato Giulio Cesare, Gengis Khan e Napoleone Bonaparte affidarono ai piccioni le loro comunicazioni
  • Spesso i pennuti erano preferiti ai messaggeri umani poiché attraversavano più facilmente i confini dei nemici
  • I piccioni riescono a percorrere grandi distanze orientandosi con il campo magnetico terrestre
  • Hanno la capacità di far sempre ritorno al nido, quindi il loro viaggio è unidirezionale

 

I piccioni viaggiatori sono noti per la loro capacità di orientamento e da millenni sono utilizzati per portare messaggi verso luoghi molto lontani.

Più affidabili dei messaggeri umani

Giulio Cesare li utilizzò per inviare a Roma la notizia della conquista della Gallia e Napoleone Bonaparte affidò loro il messaggio della sconfitta a Waterloo nel 1815. In passato durante le guerre i piccioni riuscivano ad attraversare facilmente le linee nemiche: venivano chiamati “piccioni da guerra” per via delle missioni eroiche che erano chiamati ad assolvere e furono spesso utilizzati anche durante la Seconda Guerra Mondiale. Gengis Khan se ne serviva per comunicare con i punti più lontani del suo impero e anche nell’antica Grecia erano liberati in volo per annunciare nei vari territori i grandi eventi come l’inizio delle Olimpiadi.

La magnetoricezione

Gli straordinari viaggiatori pennuti riescono ad orientarsi attraverso la “magnetoricezione”: volano seguendo il campo magnetico terrestre. Grazie a questa capacità, tanto affascinate quanto ancora non del tutto chiara nei meccanismi, i piccioni sono stati in passato gli affidatari di comunicazioni importanti da parte di sovrani e statisti. Consegnare i propri messaggi ad un piccione era infatti ritenuto più sicuro che metterli in mano a servitori che durante il viaggio potevano tradire, avere incidenti o essere catturati dal nemico.

Già 3000 anni fa si conosceva la capacità di orientamento di questi uccelli che, seppure volassero lontano per centinaia o migliaia di chilometri, riuscivano sempre a trovare la strada per tornare al proprio nido. I piccioni sono facili da catturare, semplici da allevare e sono anche molto docili. Possono percorrere in volo anche 1000 km con velocità tra i 90 e i 100 km/h. Nell’antichità si addestravano portandoli a distanze sempre più grandi dal loro nido per testare le capacità di orientamento.

Fanno sempre ritorno al nido

Nel corso del tempo l’incrocio di razze ha consentito di arrivare a specie sempre più affidabili nel volare verso un punto stabilito. Ma come fanno a trovare la strada? C’è da dire che i piccioni non volano verso direzioni indicate dall’uomo, ma il loro senso di orientamento è programmato per fare ritorno al nido. Questo, da sempre, ha comportato il trasporto di grandi quantità di piccioni in una direzione, per poi rilasciarli all’occorrenza e farli tornare con un messaggio attaccato alla zampa verso la loro postazione originale. Di solito i messaggi erano costituiti da piccoli rotoli di pergamena o carta conservati in un tubicino di vetro o metallo.

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È interessante rilevare che i piccioni viaggiatori sono molto più precisi percorrendo lunghe distanze in direzione nord-sud piuttosto che da est a ovest, a causa della direzione naturale dei campi magnetici che scorrono tra i due poli terrestri.

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