Recuperare i ricordi d’infanzia è possibile: le nuove prospettive dalla ricerca neuroscientifica

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Recuperare i ricordi d’infanzia è possibile: le nuove prospettive dalla ricerca neuroscientifica

| 25/12/2023
Fonte: Pexels

Uno studio recente ha aperto la strada ad un modo per superare questa limitazione

  • Uno studio pubblicato su Science Advances suggerisce che i ricordi della primissima infanzia non scompaiano completamente, ma sono “archiviati” nel cervello
  • Tomás Ryan del Trinity College di Dublino ha condotto esperimenti di optogenetica su topi, dimostrando che l’attivazione di una risposta immunitaria materna durante la gravidanza influenza la conservazione dei ricordi infantili
  • Nonostante l’amnesia infantile, il cervello è in grado di formare e archiviare informazioni prima dei 2-3 anni
  • La citochina IL-17a, una proteina immunitaria, potrebbe svolgere un ruolo chiave nel processo di conservazione dei primi ricordi
  • Studi condotti dalla Memorial University of Newfoundland indicano che i primi ricordi potrebbero formarsi prima di quanto comunemente creduto
  • L’esplorazione del processo di formazione, persistenza e recupero dei primi ricordi non solo fornisce una visione approfondita della psiche umana, ma può anche avere impatti significativi sulla salute mentale e sulla società nel suo complesso

 

Se pensiamo ai nostri primi ricordi, solitamente possiamo spingerci solo fino a un certo punto. Il fenomeno noto come amnesia infantile impedisce infatti il recupero dei ricordi della primissima infanzia. Tuttavia uno studio recente pubblicato su Science Advances ha suggerito che potrebbe esserci un modo per superare questa limitazione. Contrariamente alla convinzione comune, i ricercatori sostengono che i ricordi formatisi durante la primissima infanzia non scompaiano completamente; al contrario, rimangono “archiviati” nel cervello.

Tomás Ryan del Trinity College di Dublino, autore principale dello studio, ha proposto un approccio rivoluzionario all’amnesia infantile. Attraverso esperimenti di optogenetica su topi, una disciplina che combina tecniche ottiche con rilevazioni genetiche per comprendere i circuiti neuronali, i ricercatori hanno dimostrato che l’attivazione di una risposta immunitaria materna durante la gravidanza influenza la conservazione dei ricordi infantili, impedendone la cancellazione.

Il cervello è in grado di formare e archiviare informazioni prima dei 2-3 anni

Anche se i ricordi sembrano inaccessibili, secondo lo studio il cervello è in grado di formare e archiviare informazioni prima dei 2-3 anni. La citochina IL-17a, una piccola proteina immunitaria guidata dalla risposta immunitaria materna, potrebbe svolgere un ruolo chiave in questo processo. Questo studio sul recupero dei primi ricordi si inserisce in un campo di ricerca in evoluzione, contribuendo a una migliore comprensione dell’amnesia infantile e aprendo la strada a potenziali sviluppi nel trattamento di condizioni come l’autismo.

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Rivelazioni interessanti provengono anche da studi sulla memoria infantile condotti dalla Memorial University of Newfoundland, che indicano che i primi ricordi potrebbero formarsi prima di quanto comunemente creduto. In definitiva, esplorare come i primi ricordi si formano, persistono e possono essere recuperati non solo fornisce un’approfondita visione della psiche umana ma può anche avere impatti significativi sulla salute mentale e sulla società nel suo complesso.

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