Esistono sei tipi di depressione diversi: ecco come riconoscerli

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Esistono sei tipi di depressione diversi: ecco come riconoscerli

| 25/06/2025
Fonte: Pexels

Non esiste un solo tipo di depressione: ce ne sono sei

  • Generalmente, siamo portati a pensare che chi soffre di depressione appaia profondamente triste e demotivato
  • Non sempre, però, questo disturbo si manifesta così
  • I sintomi, infatti, dipendono dalla specifica tipologia di depressione
  • Anche i trattamenti più efficaci per curare questa patologia dipendono dal tipo di depressione di cui si soffre
  • Ecco cosa hanno scoperto gli scienziati della Stanford Medicine a riguardo

 

Siamo abituati a pensare che le persone che soffrono di depressione appaiano profondamente tristi e apatiche. In realtà, non è così. Infatti, esistono sei diversi tipi di depressione, che si manifestano in modi differenti e richiedono persino interventi terapeutici differenziati. Oltre al più noto disturbo depressivo maggiore, ci sono: il disturbo depressivo persistente, che rappresenta una forma cronica e meno intensa; il disturbo affettivo stagionale, legato alle variazioni stagionali; la depressione reattiva, causata da eventi stressanti della vita; la depressione mascherata, che provoca episodi di somatizzazione in cui il dolore si sposta dalla psiche al corpo; la depressione atipica, caratterizzata da sintomi atipici, come aumento dell’appetito e umore reattivo.

Nonostante l’esistenza di diverse tipologie di depressione, generalmente i trattamenti per la cura di questa patologia seguono un approccio universale. Un terzo dei pazienti, però, non trae alcun beneficio dalle cure. Un team di scienziati della Stanford Medicine ha scoperto che la causa risiede proprio nei differenti tipi di disturbo, che rispondono in modo diverso alle terapie.

L’esperimento condotto dal team della Stanford Medicine

Nel corso dello studio, i ricercatori hanno sottoposto 801 persone con diagnosi di ansia o depressione alla risonanza magnetica funzionale. Servendosi dell’aiuto delle nuove tecnologie, gli studiosi hanno poi individuato gli schemi ricorrenti nell’attivazione delle varie regioni cerebrali, catalogando i risultati ottenuti in sei diversi pattern.

Dopodiché, il team ha assegnato ai partecipanti le più comuni terapie per la cura della depressione. L’efficacia del trattamento, però, si è rivelata variabile a seconda del diverso tipo di disturbo di ciascun paziente.

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Leanne Williams, autrice dello studio, ha così commentato l’esito della ricerca: “Quello che dimostriamo con questo lavoro è un approccio di medicina personalizzata per la salute mentale basato su misure oggettive della funzione cerebrale“. La speranza dei ricercatori, dunque, è quella di aumentare l’efficacia delle cure attraverso trattamenti ad hoc.

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