Troppo truccata per volare: viene bloccata ai controlli biometrici in aeroporto che non la riconoscono [+VIDEO]

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Troppo truccata per volare: viene bloccata ai controlli biometrici in aeroporto che non la riconoscono [+VIDEO]

| 01/07/2025
Fonte: Pexels

Riconoscimento facciale in aeroporto: trucco pesante, imbarazzo assicurato

  • Una donna cinese è stata fermata ai controlli facciali in aeroporto a causa del trucco pesante
  • Il sistema di riconoscimento facciale non riusciva ad abbinarla alla foto del documento
  • Il personale l’ha obbligata a struccarsi usando salviette umidificate
  • Il video della scena è diventato virale sui social cinesi tra ironia e critiche
  • Alcuni utenti hanno messo in dubbio l’efficienza della tecnologia biometrica

 

Che il trucco potesse trasformare un volto lo sapevamo, ma che potesse mandare in crisi i controlli biometrici in aeroporto forse no. È successo a una giovane donna cinese all’aeroporto di Shanghai, dove il riconoscimento facciale ha alzato bandiera bianca davanti a un make-up troppo audace.

La scena, ripresa in un breve video diventato virale sui social cinesi, mostra la ragazza costretta a struccarsi con delle salviette sotto lo sguardo poco paziente di un’addetta aeroportuale. Il problema? Il software non riusciva a identificarla: troppa differenza con la foto sul passaporto.

Quando la tecnologia si scontra con il trucco

Il momento clou del video arriva quando la dipendente dell’aeroporto le dice chiaramente di cancellare tutto finché il suo viso non tornerà a somigliare a quello nel documento. Un richiamo secco, che ha suscitato commenti ironici e anche un po’ di indignazione tra gli utenti online.

C’è chi ha scherzato sulla scena, sostenendo che “nella vita reale i filtri non esistono”, e chi invece ha sottolineato l’imbarazzo evidente della ragazza. Altri si sono chiesti se davvero i software biometrici non siano in grado di riconoscere un volto appena truccato.

Riconoscimento facciale e trucco: un’accoppiata complicata

Il riconoscimento facciale in aeroporto è ormai una prassi in molti paesi, pensata per velocizzare i controlli di sicurezza. Ma come dimostra questo caso, non sempre la tecnologia è pronta a fronteggiare eyeliner, contouring e rossetti iperpigmentati.

Alcuni utenti hanno infatti messo in dubbio l’affidabilità del sistema: se bastano delle ciglia finte per renderlo inefficace, forse è il momento di un aggiornamento. E in effetti non è la prima volta che si verifica un problema del genere. Alcuni anni fa, alcune donne cinesi furono bloccate in dogana dopo interventi di chirurgia estetica in Corea del Sud: anche lì, il sistema le dava per scomparse.

Tra privacy, estetica e sicurezza: dove si trova l’equilibrio?

Il dibattito sollevato da questo video non riguarda solo il make-up, ma anche il confine tra sicurezza e diritto all’apparenza. Se è vero che i controlli servono a garantire l’identità, c’è chi si chiede se sia giusto dover “tornare al naturale” per passare un gate.

Al di là dei toni leggeri, il tema è serio: fino a che punto le tecnologie biometriche sono realmente inclusive e affidabili? E cosa succede quando il proprio viso, modificato solo da un trucco elaborato, non è più riconosciuto dallo Stato?

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Lezioni dal gate: portarsi salviette o rivedere gli algoritmi?

In attesa che i software di riconoscimento facciale imparino a distinguere tra contouring e cambio d’identità, il consiglio implicito che emerge è uno solo: in aeroporto, meglio optare per un trucco leggero. O almeno avere delle salviette struccanti a portata di mano. Questo episodio, diventato virale, mette in luce un problema più ampio: la corsa alla digitalizzazione dei controlli ha bisogno anche di buon senso e aggiornamenti tecnologici. Altrimenti, ogni gate rischia di diventare una cabina di make-up rimozione forzata.

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