Lo shankh blowing, l’antica pratica indiana “contro” il russamento
- Lo shankh blowing è un’antica pratica indiana che prevede di soffiare in una conchiglia per allenare la gola
- Secondo uno studio dell’European Respiratory Society, riduce russamento e apnee notturne
- La tecnica rafforza i muscoli del palato molle, migliorando la respirazione durante il sonno
- I partecipanti a un test in India hanno mostrato meno apnee, più ossigeno e meno sonnolenza
- È un rimedio naturale, economico e persino più “social” rispetto alle maschere CPAP
Addio cerotti, spray e macchinari rumorosi: la lotta contro il russamento potrebbe avere una nuova, insospettabile alleata. Non una pillola miracolosa né un gadget tecnologico, ma una semplice conchiglia. Sì, proprio quella che di solito raccogliamo al mare come souvenir.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista dell’European Respiratory Society, l’antica pratica indiana dello shankh blowing – che consiste nel soffiare dentro una conchiglia come un corno – potrebbe migliorare la qualità del sonno e ridurre le apnee notturne. Un esercizio che sembra spirituale, ma che in realtà è un ottimo allenamento per i muscoli della gola.
Come funziona lo shankh blowing per il russare
Il principio è semplice: si inspira profondamente e si soffia nella conchiglia mantenendo le labbra serrate. Il suono che ne esce ricorda un rituale sacro, ma il vero effetto avviene all’interno del corpo. Questo esercizio rafforza i muscoli del palato molle e della faringe, due aree che tendono a rilassarsi durante il sonno, provocando vibrazioni e ostruzioni – in altre parole, il russare.
Nel tempo, l’allenamento costante può migliorare la tonicità dei tessuti e rendere la respirazione notturna più fluida. In India è una pratica millenaria, usata anche nella meditazione e nelle cerimonie religiose. Oggi, però, la scienza sembra averne riscoperto il potenziale terapeutico.
Lo studio: meno apnee, più sonno
Presso l’Eternal Heart Care Centre di Jaipur, un gruppo di ricercatori ha testato la tecnica su 30 persone affette da apnea ostruttiva del sonno di grado moderato. I volontari sono stati divisi in due gruppi: uno ha svolto esercizi di respirazione tradizionale, l’altro ha praticato lo shankh blowing cinque volte a settimana per sei mesi.
I risultati sono stati sorprendenti. Chi soffiava nella conchiglia ha registrato fino a cinque apnee in meno per ora di sonno, una migliore ossigenazione del sangue e una riduzione del 34% della sonnolenza diurna. Un effetto che, per molti, significa finalmente dormire senza interruzioni e svegliarsi senza la sensazione di aver combattuto una battaglia durante la notte.
Una terapia naturale (e instagrammabile)
La terapia standard per le apnee notturne resta la CPAP, una maschera che invia aria nelle vie respiratorie per mantenerle aperte. Funziona, ma non tutti riescono a usarla: è ingombrante, scomoda e poco discreta. Soffiare in una conchiglia, invece, è economico, naturale e persino più fotogenico – ideale per chi vuole un rimedio efficace e anche un po’ esotico.
Oltre ai benefici respiratori, la pratica favorisce la concentrazione e la calma, riducendo lo stress che spesso peggiora la qualità del sonno. In altre parole, un esercizio che unisce corpo e mente, con risultati che si fanno sentire anche durante il giorno.
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Una conchiglia contro le notti insonni
Le apnee notturne non sono solo un fastidio acustico: aumentano il rischio di infarto, ictus e problemi cardiocircolatori. Per questo motivo, lo shankh blowing rappresenta un’interessante alternativa per chi cerca soluzioni non invasive. Forse non sarà il rimedio definitivo, ma un piccolo esperimento a costo zero vale la pena tentarlo. E chissà: la prossima volta che vi trovate in spiaggia, invece di un portachiavi, potreste portare a casa la chiave per dormire meglio – e per far dormire anche chi vi sta accanto.
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