Il team di eSport tiene un “corso di dissuasione dagli eSport” per scoraggiare i giovani giocatori

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Il team di eSport tiene un “corso di dissuasione dagli eSport” per scoraggiare i giovani giocatori

| 02/11/2025
Fonte: Pexels

In Cina nasce l’“Esports Dissuasion Class”, un corso che insegna ai giovani gamer quanto è dura (e lunga) la strada verso la gloria digitale

  • In Cina, un team di eSports organizza corsi per dissuadere i giovani dal voler diventare gamer professionisti
  • Le lezioni mostrano quanto sia stressante e competitivo il mondo degli eSports
  • Il programma dura 22 giorni, dalle 9 del mattino a mezzanotte, con pochissime pause
  • Costa circa 40.000 yuan ma è molto richiesto dai genitori preoccupati per la dipendenza dei figli
  • Secondo gli organizzatori, molti ragazzi abbandonano già dopo il primo giorno

 

In un Paese dove i videogiochi sono una passione nazionale e i campioni di eSports vengono trattati come celebrità, un team cinese ha deciso di andare controcorrente. A Shijiazhuang, nella provincia di Hebei, è nato un corso chiamato “Esports Dissuasion Class”, pensato non per creare nuovi talenti del gaming, ma per convincere i giovani che forse è meglio restare sui libri piuttosto che sullo schermo.

L’obiettivo? Mostrare quanto sia dura, stressante e competitiva la vita di un professionista degli eSports. Perché se è vero che alcuni giocatori riescono a costruirsi una carriera di successo, la realtà per la maggior parte è fatta di ore infinite di allenamento, ansia da prestazione e pochissimo glamour.

Esports Dissuasion Class: 22 giorni di full immersion (e poca pausa bagno)

Il corso inizia alle 9 del mattino e finisce a mezzanotte. I partecipanti passano le giornate incollati a tastiera e monitor, con solo brevi interruzioni per mangiare, fare esercizio e andare in bagno. È un’esperienza che simula perfettamente la vita sotto pressione dei veri gamer professionisti, e non tutti riescono a sopportarla.

Secondo quanto riportato da The Paper, alcuni ragazzi chiedono di tornare a casa già dopo il primo giorno. Eppure il corso, dal costo di circa 40.000 yuan (circa 5.580 dollari), è richiestissimo dai genitori che vogliono “disintossicare” i propri figli dalla dipendenza videoludica.

Quando il sogno del joystick si trasforma in incubo

Il direttore del programma, Su Chenhao, ha raccontato che dal 2018 quasi 4.000 giovani hanno partecipato ai corsi, e l’85% di loro era convinto di avere un talento speciale per i videogiochi o di poter diventare un pro gamer. Tuttavia, la realtà mostrata dal programma è ben diversa.

Molti di questi ragazzi, infatti, non cercano davvero una carriera, ma un modo per fuggire dalla pressione scolastica o dalla noia quotidiana. E una volta immersi nel ritmo intenso e competitivo del corso, scoprono che fare del gaming un lavoro non è affatto un gioco.

La dissuasione funziona: missione (quasi) compiuta

Curiosamente, il progetto era nato con un intento opposto: scoprire e formare nuovi talenti del settore. Ma i risultati hanno sorpreso persino gli organizzatori. “Non ci aspettavamo che così tanti bambini volessero smettere dopo aver provato”, ha ammesso Su Chenhao.

Invece di sfornare nuove star degli eSports, il corso è diventato un efficace strumento educativo per mostrare quanto la disciplina, la pressione mentale e la competitività possano trasformare il sogno di molti in un incubo digitale.

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Lezioni dal mondo virtuale alla vita reale

Forse non tutti torneranno a casa pronti a rinunciare per sempre ai videogiochi, ma l’esperienza lascia un segno. Molti ragazzi, dopo il corso, cambiano atteggiamento: capiscono che dietro un torneo internazionale non c’è solo divertimento, ma anche sacrificio e stress da prestazione. In fondo, l’“Esports Dissuasion Class” non è solo un modo per scoraggiare, ma anche per educare. Un corso che, con un’ironia tutta cinese, mostra come per diventare un vero campione bisogna sudare più di quanto si clicchi.

 

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