Diventa insegnante di ruolo a 70 anni… ma è già in pensione

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Diventa insegnante di ruolo a 70 anni… ma è già in pensione

| 18/08/2023
Fonte: Pexels

La paradossale vicenda accaduta ad una professoressa che per una vita è stata precaria

  • Anna Maria di Bisaccia (Avellino) era insegnante di sostegno nelle scuole di Rimini e ha trascorso gran parte della sua vita nelle Graduatorie Provinciali di Supplenza
  • Dopo anni di aspettativa, è stata finalmente assegnata un posto di ruolo, ma a 70 anni e quando era già in pensione da due anni
  • Questo è avvenuto grazie all’elenco di un concorso a cui aveva partecipato nel 2018 e dove è stata “ripescata” dopo 5 anni
  • Inoltre le era stata proposta la cattedra in un istituto a un’ora e mezza di distanza da casa
  • I sindacati interrogati sulla vicenda hanno sostenuto come la situazione sia emblematica della carenza di concorsi efficaci e frequenti nel mondo della scuola in Italia

 

Anna Maria, di Bisaccia (in provincia di Avellino) ha trascorso gran parte della sua vita nelle Graduatorie Provinciali di Supplenza (Gps) delle scuole di Rimini, ricoprendo il ruolo di insegnante di sostegno per le scuole superiori. Poi, finalmente, è arrivata la bella notizia: le era stato finalmente assegnato il posto di ruolo. Peccato che tutto ciò sia successo quando aveva già compiuto 70 anni ed era in pensione da ormai due anni. Ma come mai così tardi? Anna Maria aveva partecipato a un concorso, ma ciò era avvenuto nel 2018.

5 anni dopo, grazie a quell’elenco, è stata “ripescata” e selezionata per ottenere un incarico a tempo indeterminato. Tuttavia, il contratto le è stato proposto dopo il termine previsto, quando era già in pensione. Altra curiosità è il fatto che l’assunzione in ruolo le è stata data in un istituto di Salerno sito a un’ora e mezza da dove ha la residenza. Insomma, oltre al danno di una cattedra arrivata ben oltre il tempo massimo, anche la beffa della lontananza da casa.

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Troppi pochi concorsi per gli insegnanti

Una situazione paradossale che, oltre a far sorridere, dovrebbe anche far riflettere. Sulla vicenda sono intervenuti anche i sindacati che hanno sostenuto come il problema sia da additare ai pochi concorsi che vengono effettuati. Simonetta Ascarelli, segretaria provinciale Flc Cgil di Rimini ha affermato: “Questa vicenda è il simbolo di come la forma di reclutamento nel mondo della scuola debba essere modificata. In Italia, facciamo pochi concorsi e pure male. L’amministrazione deve definire le competenze, la preparazione tecnica ma anche pedagogica; va costruita una procedura certa, con concorsi ogni due anni”.

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