La Gioconda in realtà era un uomo: spunta la nuova ipotesi

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La Gioconda in realtà era un uomo: spunta la nuova ipotesi

| 26/11/2024
Fonte: Wikimedia

La Gioconda: tutti i misteri di un quadro iconico

  • La Gioconda è uno dei capolavori più emblematici e affascinanti di tutti  i tempi
  • Il quadro non reca né la firma né la data di realizzazione dell’opera
  • Il mistero più grande, però, riguarda la figura che ritrae
  • Secondo la teoria più accreditata, si tratterebbe di Lisa Gherardini
  • C’è chi, però, sostiene che si tratti dell’assistente e amante di Leonardo: Gian Giacomo Caprotti

 

Capolavoro emblematico, misterioso e affascinante, il quadro di Leonardo da Vinci non smette di affascinarci per la sua bellezza e i numerosi misteri che lo avvolgono. Il più importante di tutti riguarda la donna ritratta: chi è stata la modella del celebre artista? Secondo la teoria attualmente più accreditata, si tratta di Monna Lisa Gherardini, moglie del mercante di tessuti fiorentino Francesco del Giocondo.

Stando a questa versione, a commissionare la realizzazione dell’opera sarebbe stato proprio l’uomo, desideroso di omaggiare la moglie con un ritratto. Dal suo cognome, poi, deriverebbe il modo in cui l’opera è stata ribattezzata: la Gioconda. Eppure, non tutti sono d’accordo con questa ipotesi. C’è chi sostiene, ad esempio, che si tratti in realtà della marchesa di Mantova Isabella d’Este, o dell’amante di Giuliano de’ Medici, Pacifica Brandani. Eppure, in molti sostengono che la tela non sarebbe stata dipinta su commissione: quando Leonardo si trasferì ad Amboise su invito del sovrano francese Francesco I, infatti, portò il quadro con sé, anziché consegnarlo a un fantomatico cliente.

La Gioconda, in realtà, era l’assistente di Leonardo: la nuova teoria

Se credete che il mistero della Gioconda sia già abbastanza fitto e intricato, non avete ancora sentito niente. Secondo lo storico dell’arte Silvano Vinceti, infatti, Leonardo non avrebbe ritratto una donna, ma un uomo. Nella fattispecie, si tratterebbe dell’allievo prediletto dell’arista: Gian Giacomo Caprotti, detto Salaì. Dopo averlo accolto nella sua bottega come garzone all’età di dieci anni, Leonardo lo tenne al suo fianco per i successivi 25.

Salaì seguì il suo maestro quando, nel 1499, lasciò Milano alla volta di peregrinazioni tra Venezia, Firenze e Mantova. Dopo il trasferimento in Francia, poi, lo raggiunse in veste di suo servitore personale. Neanche la morte dell’artista fu sufficiente perché Leonardo si dimenticasse del suo allievo: Caprotti, infatti, ricevette una parte della sua eredità.

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Il rapporto simbiotico tra i due, già allora, aveva dato adito a supposizioni e gossip che vedevano in Salaì l’amante di Leonardo o, quantomeno, il suo ogetto del desiderio proibito. E voi, cosa pensate di questa ipotesi?

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