Perché la pipì è gialla? La risposta della scienza

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Perché la pipì è gialla? La risposta della scienza

| 08/01/2024
Fonte: Pixabay

Gli scienziati hanno scoperto che il colore è dovuto ad un enzima prodotto dai batteri dell’intestino

  • Il colore giallo della pipì può essere indicativo dello stato di salute dell’organismo
  • Per molto tempo gli scienziati si sono chiesti a cosa fosse dovuto il caratteristico colore delle urine
  • Un recente studio ha svelato il mistero
  • Il colore giallo è dovuto ad un enzima chiamato bilirubina reduttasi, prodotto dai batteri dell’intestino
  • La scoperta potrebbe aiutare a capire altre malattie come l’ittero o le infiammazioni intestinali

 

Quando si fanno le analisi delle urine si tiene conto anche del colore e la perdita della caratteristica tonalità giallastra potrebbe essere un segnale di qualche problema di salute. Da cosa deriva il colore dell’urina?

La bilirubina reduttasi

A questa domanda gli scienziati hanno cercato da molto tempo di rispondere e finalmente dopo diversi studi sono arrivati alla conclusione. Il colore dorato della pipì è dovuto ad un enzima chiamato bilirubina reduttasi, prodotto dai batteri dell’intestino. Da tempo si sapeva che il colore deriva dallo smaltimento delle vecchie cellule del sangue, ma il procedimento non era ancora del tutto chiaro.

Quando i globuli rossi raggiungono la fine del loro ciclo vitale, solitamente dopo circa 120 giorni, vengono degradati nel fegato. Uno dei sottoprodotti di questo processo è una sostanza arancione brillante chiamata bilirubina, che viene secreta dal fegato nell’intestino. I batteri presenti nell’intestino convertono la bilirubina in una sostanza incolore chiamata urobilinogeno. Questa sostanza poi si degrada in urobilina, un pigmento giallo che conferisce il colore all’urina. Finora, però, gli scienziati non erano riusciti a identificare lo specifico enzima batterico responsabile della conversione.

Le implicazioni della scoperta

Gli autori del nuovo studio affermano che la scoperta potrebbe avere potenziali implicazioni sulla salute. Vale a dire, potrebbe migliorare la nostra comprensione del ruolo del microbioma intestinale in condizioni come l’ittero, l’ingiallimento della pelle e degli occhi, o la malattia infiammatoria intestinale (IBD), un’infiammazione cronica dell’apparato digerente.

«È straordinario che un fenomeno biologico quotidiano sia rimasto inspiegabile per così tanto tempo, e il nostro team è entusiasta di poterlo spiegare», ha affermato Brantley Hall, autore principale dello studio e assistente professore presso il Dipartimento di Biologia Cellulare e Genetica Molecolare dell’Università del Maryland.

«Precedenti ricerche sul colore dell’urina erano state condotte prima che le tecnologie di sequenziamento genomico diventassero ampiamente disponibili, il che rendeva difficile identificare quali ceppi di batteri fossero effettivamente presenti nei campioni di urina», hanno scritto gli autori nell’articolo.

Il team ha sottoposto a screening genetico i microbiomi intestinali di 1.801 adulti sani, alla ricerca del gene che colora la pipì. Hanno scoperto che il 99,9% delle persone aveva batteri intestinali che trasportavano il gene per la bilirubina reduttasi.

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«Ora che abbiamo identificato questo enzima, possiamo iniziare a studiare l’impatto dei batteri nel nostro intestino sui livelli di bilirubina circolante e sulle condizioni di salute correlate, come ad esempio l’ittero», ha affermato Xiaofang Jiang , co-autore senior dello studio e ricercatore presso il National Institutes of Health.

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