Pitone di 2 metri trovato nel cofano di una macchina

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Pitone di 2 metri trovato nel cofano di una macchina

| 25/09/2023
Fonte: Pixabay

Un uomo si è accorto di avere problemi all’auto ma, una volta aperto il cofano, non ha chiamato un meccanico bensì la Protezione Animali

  • Un pitone di circa due metri si è rifugiato nel motore di un’auto
  • Il proprietario si è accorto che qualcosa non andava e ha aperto il cofano per controllare
  • Ha visto il serpente che però non era in una posizione pericolosa
  • L’uomo ha guidato l’auto per alcuni chilometri fino a giungere alla Bay Beach Wildlife Sanctuary
  • Gli operatori hanno rimosso in sicurezza il rettile e lo ricollocheranno in un luogo a lui più consono

 

Un uomo del Wisconsin ci è accorto che la sua auto aveva dei problemi. Ha aperto il cofano per controllare e, invece di chiamare il meccanico, si è rivolto alla Protezione Animali. Il proprietario della macchina non credeva ai suoi occhi quando ha visto spuntare dal motore un pitone di oltre due metri.

La rimozione

L’uomo ha notato che il pitone non si trovava in una posizione pericolosa e quindi ha acceso l’auto e ha percorso alcuni chilometri, fino ad arrivare alla sede della Bay Beach Wildlife Sanctuary, un’associazione che si occupa di salvataggio e recupero degli animali selvatici. Ha spiegato l’accaduto e gli operatori hanno rimosso con delicatezza il rettile dal motore.

«Molto probabilmente il pitone si è sistemato nella parte anteriore dell’auto per stare al caldo» ha affermato Lori Bankson, una dei tre professionisti che hanno liberato il serpente dal motore. Il rettile è un pitone della giungla, e appartiene ad una specie originaria dell’Australia. E’ probabile che sia scappato da qualche casa nelle vicinanze.

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Nonostante i controlli effettuati dalla polizia, non è emerso nessun residente della zona che avesse le necessarie autorizzazioni per allevare un animale del genere. Il serpente è passato sotto la tutela dell’associazione che lo accudirà fino alla sistemazione in un luogo a lui consono.

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