Cartellone con errore: “Stai sereno. Al diploma ti accompagnamo noi” [+COMMENTI]

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Cartellone con errore: “Stai sereno. Al diploma ti accompagnamo noi” [+COMMENTI]

| 24/07/2023

Il cartellone pubblicitario di un Istituto di istruzione privato mostra un errore: “Al diploma ti accompagnamo noi”

  • In queste ore sta circolando sui social la foto di un cartellone pubblicitario
  • La pubblicità è volta a promuovere un Istituto scolastico privato
  • Sul cartellone, però, c’è un errore grammaticale
  • “Stai sereno! Al diploma ti accompagnamo noi” 
  • Il dirigente dell’Istituto ha ammesso l’errore affermando che si è trattato di un refuso

 

Di recente è comparsa online l’immagine di un cartellone pubblicitario di Pesaro che mostra una frase promozionale per l’Istituto di istruzione privato “Ies“: peccato che contenga un errore di grammatica.

Secondo quanto segnalato anche dalla redazione de Il Resto del Carlino, il cartellone recita: Stai sereno! Al diploma ti accompagnamo noi e no, non è l’espressione “stai sereno” ad essere errata, anche se probabilmente è più “rassicurante” riformulare la frase con un “sii sereno”.

In realtà l’errore grammaticale risiede nella parola “accompagnamo“, dato che la forma più corretta prevede la presenza della lettera “i”, “accompagniamo“.

Si può scrivere “accompagnamo”?

In realtà non è propriamente un errore. Tuttavia, secondo quanto riportato dal sito Treccani, difatti, scrivere la parola “accompagnamo” è “sconsigliabile, anche se è molto diffusa, non soltanto nei temi scolastici, ma anche nei giornali e in rete”, perfino “in qualche libro d’autore”.

“La grafia corretta della 1a persona plurale dell’indicativo presente del verbo accompagnare è accompagniamo. La i viene mantenuta perché fa parte della desinenzaverbale -iamo, come accade con altri verbi che terminano in -gnare, anche se non viene pronunciata e non serve alla corretta pronuncia del gruppo”.  Ecco perché è più corretto scrivere “accompagniamo”.

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Il dirigente dell’Istituto ha comunque ammesso l’errore, tenendo a sottolinearne che si è trattato “solo di un refuso, colpa di una svista”.

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